Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 10 del 2001

Secondo Francis Abel, «la Bioetica consiste nello studio interdisciplinare dei problemi sorti a causa dei progressi biologici e medici sia a livello della società globale che delle sue ripercussioni sulla società e i suoi sistemi di valori di oggi e di domani»
Pertanto, quando parliamo di Bioetica non ci riferiamo solo ai problemi e ai dilemmi che si presentano nel campo medico di fronte all’assalto tecnologico attuale, ma ci riferiamo anche ai problemi sociali che interessano il cittadino che vive in una società dove le frontiere vanno sfumando sempre più, sino al punto che il nostro pianeta, per effetto della globalizzazione, si va trasformando in un «grande villaggio», secondo quanto dice Toffler.

I benefici che derivano da questo straordinario progresso tecnico-scientifico che stiamo vivendo non si distribuiscono in forma equa a tutti gli abitanti di questo villaggio, bensì, assolutamente al contrario, è la minoranza che abita nei paesi del cosiddetto «primo mondo» quella che ne usufruisce, mentre la maggioranza (i 2/3) continua ad essere sommersa in un mondo arretrato e pieno di carenze, dove la speranza di vita dei suoi abitanti (di quelli che sopravvivono alla nascita e nei primi anni di vita) è quasi la metà di quella di coloro che vivono nel primo mondo.
Sono temi importanti da trattare in questo scenario multiculturale: se c’è una sola Bioetica o ce ne sono diverse, e come fare, quando si parla di Bioetica riferita ai problemi sociali, a non essere confuso con un politico/militante di partito. Esiste un’ampia gamma di situazioni di contenuto sociale che all’inizio sembravano avere un rapporto molto marginale con la Bioetica, ma che oggi sono al centro della sua attenzione, temi a cui fanno riferimento nella loro analisi politica, Giovanni Berlinguer (Bioetica quotidiana) e Volnei Garrafa (Bioetica forte). Crediamo che le loro analisi siano di grande attualità, soprattutto in America Latina dove le priorità che vengono date all’analisi bioetica presentano differenze rispetto a quanto è in primo piano in Europa o negli Stati Uniti.
Non credo che si debba parlare di diverse Bioetiche, bensì di una sola Bioetica che ha priorità diverse a seconda del luogo in cui dobbiamo vivere e che ha soluzioni contestuali. La morale e l’etica sono distinti modi di trattare l’azione umana nei quali intervengono i valori legati a ciò che è bene e ciò che è male. La prima ci dice ciò che dobbiamo fare, la seconda dice ciò che si può fare. L’asse centrale delle problematiche latinoamericane passa dalla questione sociale, specialmente riferita alla possibilità di rispettare e concretizzare i diritti umani universalmente consacrati, e affinchè le conquiste sociali non siano meri enunciati declamatori nell’agenda dei politici al momento di fare una campagna elettorale.
I problemi che ci giungono presso i comitati sono principalmente:

  • Problemi derivati dall’assegnazione e distribuzione di risorse che hanno a che vedere con la salute e l’educazione.
  • Mezzi di difesa in sede giudiziaria, di fronte alla richiesta di legare le tube, interruzione di gravidanza con feti gravemente malati o direttamente non vitali come gli anencefali, mancanza di educazione sessuale, inadeguata informazione su temi di salute riproduttiva, ecc.
  • Problemi derivanti dalla disoccupazione (in Argentina abbiamo il 18% di disoccupazione ed altrettanto di persone sottoccupate).
  • Destrutturazione della famiglia, a causa della perdita del lavoro da parte del capofamiglia in una cultura con elementi patriarcali. Questa situazione è la più frequente causa d’origine della violenza all’interno della famiglia a causa della mancanza di lavoro, per lavoratori che lavorano in nero, senza alcuna copertura sociale né previdenziale.
  • Corruzione nella distribuzione dei programmi di aiuto sociale, che si manifesta con la mancata consegna di alimenti, che molte volte sono trasferiti attraverso le ONG, che molto spesso hanno carattere di parte e servono al clientelismo politico.
  • Aumento della richiesta di attenzione negli ospedali, per persone che sino a poco tempo prima appartenevano alla classe media e che, ora, di fronte alla disoccupazione, sono cadute in disgrazia e non hanno né copertura sociale né possibilità di procurarsi cure, il che fa sì che questi siano pieni oltre misura, e che spesso funzionino grazie all’eroismo del personale sanitario che, oltre a essere esposto ad accuse di mala sanità (ad es. infezioni ospedaliere contratte per carenze istituzionali), lavora spesso «ad-honorem».

Lain Entralgo, nella sua conferenza tenuta durante le Giornate Internazionali di Bioetica tenutesi a Buenos Aires alcuni anni fa, disse che la Bioetica, chiedendo giustizia ed equità, diventava «di denuncia», contrapponendosi alla realtà piena di ingiustizie ed iniquità.
La denuncia non è un’accusa che formula la Bioetica come tale, bensì sorge come «assenza» in quella proiezione quotidiana della Bioetica cui tanto Berlinguer come Garrafa fanno riferimento. L’Argentina in questi ultimi anni si è «latinizzata», dato che sta soffrendo i problemi derivati dalla perdita della sua classe media e, come paese con caratteristiche specifiche, non ha un’adeguata realizzazione dei programmi e dei piani sociali, né utilizza efficacemente (quando li adotta) i piani ed i programmi presi dalle Organizzazioni Internazionali e dalle Fondazioni a causa della corruzione o dell’indifferenza e dell’inefficacia delle gerarchie statali e dei politici che, eletti in un regime democratico, non adempiono alle funzioni di «governare per il bene comune» (per egoismo personale o improvvisazione nello svolgimento delle funzioni pubbliche). Dobbiamo distinguere, quando ci riferiamo a questi temi, azione Politica da azione Bioetica. L’azione Bioetica, intesa come proiezione sociale, come movimento che punta al cambiamento dell’individuo, affinché interiorizzi la propensione alla riflessione critica verso le novità tecnico-scientifiche e le loro possibili applicazioni, comportamenti etici guidati da responsabilità comune, dà impulso all’azione politica (Politica con la P maiuscola, non bassa politica), informando, promuovendo la dignità della vita umana, il rispetto per la vita in generale, per l’equilibrio dell’ecosistema, per la molteplicità dei valori, per la giustizia e l’equità nell’assegnazione e distribuzione delle risorse.
Ma questa azione è conseguenza della sua finalità bioetica (analisi interdisciplinare di quesiti bioetici). La Politica, invece, ha come fine l’azione partecipativa umana alla ricerca del bene comune, immaginando strategie, piani, programmi per raggiungere questo obiettivo. Bioetica e Politica sono complementari. I governanti progettano e concretizzano azioni che tendano a consolidare il bene comune, la crescita dei loro paesi, a incrementare l’educazione e la salute, a vigilare sulla sicurezza dei loro cittadini, a fare uno sforzo onesto per realizzare quanto sia possibile, in un mondo interdipendente, globalizzato e mercantilistico, e a non fermarsi a meri slogan elettorali che poi si dimenticano quando si giunge al potere.
La Bioetica può dare il suo contributo ai poteri pubblici, come il Parlamento e il Potere Giudiziario, attraverso i suoi Comitati e le sue Commissioni, nella misura in cui questi siano consultati prima di emanare sentenze o redigere leggi che hanno a che fare con problematiche bioetiche, contribuendo così a forgiare una società più giusta e con più equità, partendo da un’etica della responsabilità solidale. L’operato della Bioetica ha un grande ruolo da svolgere nel campo educativo sia per la formazione delle risorse umane in bioetica che per informare e riflettere sulle novità tecnico-scientifiche, i loro rischi e i loro benefici, a livello di comunità, divenendo così un movimento, un elemento motivante per avere cittadini informati, che possano partecipare efficacemente attraverso i loro rappresentanti al raggiungimento delle mete indicate.
A questo riguardo, c’è da rilevare l’enorme responsabilità che hanno i mezzi di comunicazione, tanto scritti come verbali o televisivi, nell’informazione veritiera, evitando il sensazionalismo e le false aspettative di benefici tecnico-scientifici verso persone / gruppi colpiti da varie patologie. Questa è la sfida che abbiamo di fronte in questo momento, e la Bioetica, con la proiezione nella società delle sue gerarchie accademiche, può aiutare a fronteggiarla. Credo che l’istruzione sia l’unico strumento di trasformazione che ci possa aiutare a forgiare una società più giusta, basata sul rispetto e l’osservanza dei valori morali, perché se continuiamo in questa folle corsa commerciale in cui a tutto si dà un prezzo, giungerà un momento in cui non ci sarà più nulla per nessuno, nemmeno per i più potenti.
La Bioetica ci può aiutare a trovare la ragione d’essere della nostra esistenza, il nostro senso della vita, affinché attraverso la ragionevolezza e la razionalità, possiamo trovare un consenso o almeno un accordo fondato, basato su di un’etica solidale e responsabile, affinché l’uomo sia sempre di più uomo a partire dall’essere e non dall’avere. Forse può essere questo il punto di convergenza ove la ragione può incontrarsi con la fede.

Giusto Zanier
Joint- Honorary President of the Argentinian Association of Bioethics