Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 255 del 2007

Noi medici, in modo particolare, ci domandiamo se il concetto di progresso possa essere utopisticamente disgiunto da ogni limite o regola, come qualcuno sembra prospettare.

Franco BalzarettiLa realtà storica in cui viviamo, molto complessa e, per diversi aspetti, drammatica, è caratterizzata da continui conflitti ideologici, dubbi e questioni morali. Anche perché lo sviluppo delle scienze, delle tecnologie, della cultura, delle relazioni sociali, e la libertà, che abbiamo conquistato con notevoli sacrifici, ci ha consentito di raggiungere una straordinaria evoluzione, soprattutto nel campo medico.
Si rende, quindi, sempre più necessaria un'adeguata riflessione etica, in quanto, superati i fragili equilibri tra le varie forme di potere, il mondo va avanti senza freni, sotto il primato del mercato e del profitto. Ed, in questo contesto, il tema di fondo è proprio quello del rapporto tra etica e progresso scientifico, ossia del rapporto fra il grande sviluppo della scienza e il suo inquadramento in termini etico-morali, secondo i quali non è automaticamente lecito tutto ciò che è possibile nella ricerca.
"Ed ecco che allargare i confini della ragione e del suo uso includendovi alcune domande fondamentali sul bene dell'uomo è indispensabile, specie oggi che abbiamo bisogno di un dialogo vero con le altre culture e religioni." Sono le parole di Papa Benedetto XVI, che ha tenuto, nella sua terra di Germania, una vera e propria Lectio Magistralis in cui, tra l'altro, ha affrontato, ancora una volta, il tema del rapporto tra fede e ragione.

Franco Balzaretti Papa Ratzinger

Viviamo in una società del progresso, dominata da un tecnicismo esasperato, ed ecco puntuale il richiamo del Pontefice al pensiero scientista: "Una ragione che, di fronte al divino, è sorda e respinge la religione, nell'ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture".
La razionalità quindi non è contro Dio ma, al contrario, è Sua alleata. E questo in quanto la legge della natura è, al tempo stesso, anche la legge della ragione.
Il mondo antico, diversamente da quello moderno, ma esattamente come quello cristiano, riconosceva già la legge naturale come legge divina e razionale. Mentre oggi c'è la tendenza, sempre più diffusa, a privilegiare il desiderio a fare tutto ciò che è tecnicamente possibile fare. Pericle, nel suo discorso sulla democrazia, già affermava che noi, non solo dobbiamo rispettare le leggi in quanto tali, ma dobbiamo soprattutto rispettare le leggi non scritte; che sono le leggi naturali, indistinguibili, nella concezione classica, da quelle divine. Il cristianesimo nascente ha quindi felicemente incontrato questa visione della legge naturale nel mondo greco-romano.
Anche perché se escludiamo dalla sfera della ragione il problema di Dio, facendolo apparire come ascientifico o pre-scientifico, ci troviamo davanti ad una riduzione del raggio della scienza e, alla fine è lo stesso uomo a uscirne ridotto, anche perché, oltre alle indubbie possibilità che la scienza apre all'uomo, si possono intravedere anche delle serie minacce.
Alcuni esponenti della cultura laica avevano, tuttavia, definito pesanti queste considerazioni del Santo Padre, in quanto, a loro parere, frenano la cosiddetta "libertà della scienza e della ricerca scientifica", una libertà, che dovrebbe essere illimitatamente assoluta.
Ma io ho i miei dubbi che esista davvero questa libertà, perché ho l'impressione che ci siano già fin troppi condizionamenti.
I mezzi economici sono certamente inadeguati e comunque non sono sempre investiti con equità e trasparenza, anche perché chi decide è comunque pur sempre un uomo; un uomo che può avere la tentazione di asservire il proprio lavoro ad altri interessi.

Ecco perché dobbiamo sviluppare il nostro concetto di ragione, innalzandola verso l'alto, verso il trascendente.
E lo potremo fare solo se saremo capaci di superare la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e ad aprirci maggiormente al metafisico.


Dottor Franco Balzaretti ed il Cardinale Bertone

Papa Benedetto XVI ha scelto alcuni mesi fa, come nuovo Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone. E' stata, indubbiamente, una scelta particolarmente illuminata, per tutta una serie di ragioni. Ed il cardinale Bertone è anche la persona più adatta per trovare i giusti equilibri tra scienza, fede e ragione. E lo farà, come ha sempre saputo fare, con il suo sorriso, coniugando un dinamismo intelligente, a doti di umanità, carisma, praticità e ad un integerrimo senso del dovere, nel difendere, con fermezza, i principi della dottrina e della fede cattolica. Per tutti i medici e ricercatori potrà quindi rappresentare un insostituibile punto di riferimento, dal momento che ha sempre dimostrato una particolare propensione a trattare i temi di etica, di giustizia sociale e di legalità. Da qui le sue doti a mediare le varie esigenze e sensibilità, allargando i confini della ragione per trovare un denominatore comune, che possa essere condiviso da tutti. E infatti proprio il Cardinal Bertone, in un suo intervento del giugno scorso, affermava: "Ogni professione umana, assunta nella prospettiva cristiana, si sforza di mantenere uno sguardo di fondo sull'uomo, aperto alla sua verità completa. Di fronte alla tentazione di concepirsi semplicemente come rapporto tecnico con organismi viventi, si può dire che ogni professione è chiamata a salvare sempre la verità del rapporto di una persona di fronte ad un'altra persona, che si trova in una condizione di fragilità, che chiede di essere aiutata a realizzarsi nelle sue potenzialità personali. Al fondo, la regola basilare di ogni professione non è diversa da quella "regola aurea" sempre intravista dalla sapienza delle genti e promulgata, nella sua formulazione definitiva e positiva, da Gesù in persona: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Mt 7,12). Regola che Kant traduceva in questo modo: agisci sempre in modo da trattare l'umanità in te stesso e nell'altro come un fine e mai solo come un mezzo".

Franco Balzaretti
Vice Presidente Nazionale AMCI
Direttore del Pronto Soccorso
Ospedale S. Andrea ASL-11, Vercelli