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Letizia Lanzarotti Lady beLady Be, all’anagrafe Letizia Lanzarotti (in foto), è un’artista giovane e intraprendente, molto sicura di sé e della sua arte. È nata a Rho il 27 ottobre 1990, ha vissuto inizialmente nell’hinterland pavese dove ha anche frequentato il liceo artistico, per poi proseguire gli studi all’Accademia di belle Arti di Sanremo ed approdare, giovanissima, nel mondo artistico.

La sua arte nasce dalla volontà di accumulare oggetti e ricordi: “ho cominciato non pensando al mosaico, ma a questi oggetti di plastica e di recupero che io stessa avevo raccolto nel corso degli anni, perché mi piaceva accumulare questo materiale e mi piaceva mettere da parte tutti questi oggetti divisi per colore perché mi davano una sensazione di ordine e di bello. Riciclavo dai giocattoli, agli involucri di make-up, la bigiotteria, i tappi di bottiglia, tappi delle penne, tutto quello che avevo in casa e che non volevo buttare perché era legato a dei ricordi”. Ed è proprio così che nasce Marilyn Monroe, l’icona di Warhol, la prima opera con cui ha esordito alla Biennale di Lecce (foto sotto), presentandola come “Diario dei Ricordi”.

Lady Be biennale Lecce

“Inizialmente – spiega Letizia − era un po’ come dipingere. Ho iniziato ad accumulare questi oggetti come se dipingessi, come se ogni oggetto fosse una pennellata di colore. Ogni cosa perdeva la propria funzione originale ed acquistava la funzione di colore”. È partita, quindi, da un assemblaggio polimaterico di oggetti del passato, per poi negli anni affinare la sua tecnica, modellando e lavorando la materia. Il risultato di questo percorso ha portato alla rivoluzione del mosaico contemporaneo elevandolo ad un messaggio sociale di fortissima attualità: “riutilizzare gli oggetti e dar loro nuova vita”.

Lady Be, Sigmund Freud  Marilyn, Lady Be
Nelle immagini:
Si
gmund Freud”, 2017, oggetti e resina su tavola, cm 70 x 70
“Marilyn”, 2011, oggetti e resina su tavola, trittico cm 150x150

La corrente artistica ispiratrice è la Pop Art ai tempi di Warhol, ma se allora aveva un significato volgare e consumistico, Lady Be ne vuole rinnovare il concetto trasportandolo in un universo di coscienza popolare fatta di oggetti popolari. Se prima la Pop Art rappresentava solamente questi ultimi, adesso è fatta proprio di questi oggetti di uso comune, che prendono vita in una nuova forma: “è un mosaico che deve far riflettere. Il pubblico deve riconoscersi negli oggetti che compongono l’opera e rendersi conto che ogni cosa che abbiamo utilizzato non ha un destino prestabilito, ovvero quello della spazzatura, ma può rinascere in arte”. L’intento dell’artista infatti è quello di dar vita ad un vero e proprio nuovo movimento, una nuova Pop Art fatta di coscienze, di fantasia e creatività, rappresentante icone del cinema e personaggi famosi. Una nuova Pop Art assolutamente popolare, anche nei luoghi espositivi: “non solo fiere, biennali e gallerie – continua l’artista − ma l’obiettivo è quello di portarla dove può essere raggiunta dai viaggiatori, ovvero negli aeroporti, ferrovie, o nelle fiere non di settore quali quelle della plastica, quelle di medicina e via discorrendo. Vorrei uscire dall’ambito artistico per portare l’arte verso il pubblico che magari è meno attento alla ricerca di avanguardie artistiche, quindi sdoganare l’arte portandola in questi luoghi”. L’arte Pop che raggiunge tutti indiscriminatamente, dagli uomini d’affari ai bambini che potrebbero vedere in essa il loro futuro. Una bottiglia di plastica in meno in mare che acquisisce un valore nell’arte comprensibile a chiunque e raggiungibile per tutti.

Lady Be, Gesù CristoLady Be durante l'esecuzione della sua opera "Gesù Cristo"

Il suo ingegno non si ferma alla mera rappresentazione legata alla preservazione dell’ambiente, ma si estende al concetto per cui non sia necessario demonizzazione a priori la plastica. Infatti, collabora con “aziende che producono plastica non soltanto per portare il messaggio contro l’uso indiscriminato di quest’ultima, ma anche per rivalutarla sia in un’ottica di un corretto utilizzo che di un corretto smaltimento”. Un’esperienza ed un’idea nate dieci anni fa, prima ancora dei movimenti attuali del “Friday for future”, che suggellano una promessa sia nel mondo artistico che in quello green, da cui ne è costantemente ispirata.

Le spinte motivazionali per la sua crescita artistica sono la critica, infatti ha ricevuto apprezzamenti da esperti del calibro di Vittorio Sgarbi, ed il suo principale sostenitore (nonché marito, manager e curatore d’arte) Francesco, che l’ha lanciata nel mondo dell’arte credendo fortemente nella sua idea e spronandola a sviluppare sempre di più il suo potenziale.

Il suo lavoro è solo agli inizi, infatti nonostante sia una ragazza molto giovane è piena di energie e consapevole che non si finisce mai di imparare. Continuerà, quindi, a portare avanti le sue opere musive con entusiasmo, sperimentando con curiosità nuove tecniche, creazioni, sculture ed anche opere di grandi dimensioni.
La sua arte ha già viaggiato per l’Italia intera, ma Lady Be non si fermerà qui: il suo futuro verterà nell’organizzazione di eventi e mostre fuori dal Bel Paese, con dei piani già pronti per New York.

Letizia, quindi, sembra avere davanti a sé un futuro inarrestabile, che riserverà sicuramente un sacco di sorprese che noi non vediamo l’ora di scoprire.

Sonia Spiniello
Conservation scientist