Sezione Cultura

La conferenza stampa al Mercato Coperto di Ravenna

Si chiama “Rubedo” l’opera colossale di ben 97 metri per 4 che l’artista torinese Enrico Mazzone ha realizzato ispirandosi alla Divina Commedia. La concezione di quest’imponente realizzazione inizia lungo le coste di Rauma in Finlandia, dove correndo, l’artista osservò tra i boschi un’ombra che gli ricordò le anime arboree del XIII Canto dell’Inferno, per poi terminare a Ravenna, città in cui il Divin Poeta morì. Un’analogia fortemente simbolica e voluta quella tra la città degli ultimi anni dell’Alighieri, e la chiusa di un’opera così imponente. Gli ultimi 27 metri dell’opera sono stati infatti realizzati nella città bizantina, tra le suggestioni del Mercato Coperto, grazie alla sensibilità mecenate di Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni, i quali, venuti a conoscenza dall’amico Vittorio Sgarbi della necessità di trovare un luogo in cui poter terminare la grande opera, hanno offerto gli spazi della loro struttura. Beatrice Bassi, amministratrice delegata di MC (società del gruppo Spadoni), dopo sette mesi a fianco dell’artista ha in seguito affermato: “Un privilegio vedere Enrico Mazzone all’opera. Casa Spadoni, la nostra locanda di Faenza, è stata per lui una residenza d’artista, il Mercato Coperto il suo atelier”.

Mercato Coperto, presentazione opera Enrico Mazzone
Presentazione sul palco dell'opera di Enrico Mazzone, con il sindaco Michele Pascale, Beatrice Bassi, Leonardo Spadoni, Daniela Magnetti, Elsa Signorino, Giacomo Costantini, Daniela Magnetti, Filippo Timo - Foto di Mirko Podico

Con l’avvicinarsi della conclusione dell’opera, è sorto il problema dell’esposizione e della valorizzazione: si parla di circa 390 metri quadri di superficie coperta, corrispondenti ad una volta e mezza un campo da tennis. Inoltre, è da tenere in considerazione anche come è stato realizzato questo imponente pezzo artistico, perché Mazzone ha scelto la matita su carta da imballaggio, entrambi materiali fortemente soggetti a degradazione. La prima soluzione è stata di digitalizzare l’intero rotolo, procedura lunga e complessa che è stata portata avanti dall’associazione ravennate Cultural Heritage 360. Dopo la resa in digitale, oggi l’opera è pronta alla prima esposizione nella Biblioteca storica del Rettore di Torino “Arturo Graf”, grazie alla collaborazione con la direzione artistica di Banca Patrimoni Sella & C., che conferma ancora una volta il proprio impegno nella valorizzazione del patrimonio artistico pubblico e privato.

“Con questa filosofia nasce la collaborazione con Molino Spadoni di Ravenna. Grazie alla sensibilità di Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni – che hanno consentito ad Enrico Mazzone di completare gli ultimi 27 metri della sua opera – abbiamo modo di concretizzare, insieme all’Università di Torino, un nuovo evento di grande prestigio nella nostra città”. Così sottolinea Daniela Magnetti, direttrice artistica di Banca Patrimoni Sella & C. testimoniando ancora una volta l’importanza della “cultura del valore patrimoniale.

Il 30 aprile 2021, l’artista viene presentato durante l’evento “La Divina Commedia in 97 metri: Molino Spadoni mecenate di Enrico Mazzone”. Sul palco sono presenti: Beatrice Bassi, in veste di moderatrice, Leonardo Spadoni, l’artista Enrico Mazzone, il Sindaco della città di Ravenna Michele de Pascale, l’Assessora alla cultura Elsa Signorino, l’assessore al turismo Giacomo Costantini, Daniela Magnetti e Filippo Timo di Banca Patrimoni Sella & C.

L’opera di Enrico non è la traduzione illustrativa della Divina Commedia. Non bisogna aspettarsi una corrispondenza. L’opera di Enrico è una visione, così come la Divina Commedia è una visione per Dante”. Queste le parole di Filippo Timo, direttore artistico di banco Patrimoni Sella & C., che ci fanno comprendere quanto quest’opera possa essere fruibile. “la Commedia di Dante ha una valenza popolare. Dante non aveva finito il Purgatorio quando comincia a diffondere l’Inferno. L’opera è sin dall’origine evocativa, in quanto era per lo più illustrata perché la maggior parte dei lettori era analfabeta. Chi quindi non sapeva leggere in endecasillabi, scopre l’opera attraverso le illustrazioni. L’opera lo conduce in un percorso di creazione, infatti dopo 10 metri l’artista ha deciso di rappresentarsi. È un rapporto libero di rappresentazione con tanti diversi linguaggi figurativi. Alcuni sono di direzione indiretta, ad esempio si trovano tratti dove vi è l’ispirazione dell’essenzialità e della monocromia da incisione antica del ‘500/’600. Le immagini sono ispirate a Dante, ma in maniera indiretta”. Anche il parallelismo con Ravenna emerge dalla critica di Timo: “il Rotolo è composto da tante tessere diverse con linguaggi figurativi, ad esempio ad un certo punto riconosceremo metal degli anni ’70, in altri punti invece delle vere e proprie graphi novel”. Infatti, anche l’opera verrà esposta in capitoli come se fosse una serie espositiva a puntate da novembre 2021 a gennaio 2022.

L’artista stesso definisce la propria opera “una vera e propria sfida, quasi una ricerca parossistica dei propri limiti, in cui horror vacui e stendhalismo portano agli estremi la ricerca persistente sui limiti umani”.

Enrico Mazzone con Eda Murtic e Sonia Spiniello
Enrico Mazzone con Eda Murtic e Sonia Spiniello - Foto di Mirko Podico

Ecco quindi cos’è “Rubedo”, una molteplice convivenza di linguaggi, ispirazioni e sensazione. Lo spettatore si vede nell’opera di Enrico nelle diverse sfaccettature. Non esiste un modo univoco di vedere l’opera e non c’è anche una volontà dell’artista di trasmettere un messaggio specifico. Divertente e affascinante è stato vedere come la parte di opera con l’autoritratto è integrata con disegni di bambini avventori e visitatori nei mesi precedenti. Non solo una visione collettiva e del popolo ma anche un’opera lasciata al popolo, al visitatore che ammira la sua maestosità e non si capacita come possa essere stata fatta solo con un foglio e un (anzi 6000) lapis.

Eda Murtic
Art Care Expert

Sonia Spiniello
Art Care Expert