“Con questa mostra, l’artista costruisce un dialogo tra l’attitudine monumentale della scultura classica e la fluidità performativa delle sue opere.” Così si riferisce il curatore Maurizio Borlotti alla personale di Sasha Vinci, mentre racconta del progetto P.P.P. Possibile Politica Pubblica, a Pier Paolo Pasolini” realizzato per il MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con il supporto della galleria aA29 Project Room.
La mostra, programmata prima della pandemia, è un viaggio nel tempo in cui le opere multi-materiche di Sasha Vinci trovano un nuovo contesto in uno dei musei archeologici più importanti al mondo, culla di antiche civiltà.
Lungo le stanze dedicate alla collezione Farnese, il visitatore è immerso in un percorso ricco di significati socio-politici del presente, che culminano nell’imponente gruppo scultoreo ellenistico (“Il Supplizio di Dirce” o “Toro Farnese”). Questa è l’ultima tappa di un’esposizione transmediale che attraversando oggetti e forme simboliche invita a nuove riflessioni.
Il percorso è un continuo alternarsi tra immagini pesanti e leggere, non solo a livello metaforico, ma anche nei materiali utilizzati. Troviamo infatti materiali pesanti, scelti non a caso per il dodecaedro (la cui struttura a dodici facce ci ricorda la cristallografia della pirite), e materiali dal bassissimo peso specifico come la carta dei disegni, costituita da fibre di cellulosa e le piume, materiale organico di origine animale - che come ci ricorda l’artista - “in diverse culture simboleggia il confine tra la terra e l’aria” (Fig. 1.).
Fig. 1. SASHA VINCI Il Gioco della Deriva, 2020, Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
1) Gli espliciti riferimenti alla natura, l’uomo e la società, si palesano già nella prima scena della mostra attraverso le parole di Pasolini: “Ecco Una Terra Non Ancora Colonizzata Dal Potere”, scritte su un lungo tappeto rosso che percorre la prima sala della collezione Farnese immergendo lo spettatore all’interno del percorso espositivo (Fig. 2.).
P.P.P, sta infatti anche per “Pier Paolo Pasolini”, il poeta che ha fortemente ispirato l’artista per la sua visione anticonformista e libera. Simbolo di impegno sociale, politico e sperimentazione, la frase pasoliniana “vuole essere un’esortazione civica al riscatto dell’Italia contemporanea” spiega il curatore Maurizio Borlotti. “È il grido del Poeta in un presente deforme, che con forza immaginifica tenta di ritrovare autenticità” conclude Vinci.
Fig. 2. SASHA VINCI Ecco una Terra Non Ancora Colonizzata dal Potere, 2021. Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
2) La seconda scena è animata da un’alta torre di poliedri sovrapposti sulle cui facce in carta, dipinte con inchiostri naturali, sono raffigurati istanti della vita dell’artista, scene di guerra e del mondo animale. “La Torre Del Tempo”, titolo dell’opera, esprime attraverso il disegno l’aspetto caotico, contraddittorio e multiforme della realtà (Fig. 3.).
Fig. 3. SASHA VINCI La Torre del Tempo, 2021. Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
3) Passando oltre si arriva a “Il Gioco Della Deriva”, un busto in terracotta patinata coperto interamente da foglie di nespolo che impediscono il riconoscimento del soggetto, e un dodecaedro nero da cui diparte un’asta slanciata che termina in un pennacchio bianco (Fig. 1., 4.).
Fig. 4. SASHA VINCI Il Gioco della Deriva (particolare), 2020, Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
4) “Canta Napoli” è l’opera successiva, un omaggio alla città per la quale è stata realizzata. Posta dinnanzi l’Ercole Farnese, l’installazione complessa e circolare, presenta una superficie sulla quale è posizionata una lastra di alabastro retro illuminata e incisa con le costellazioni della notte del solstizio d’estate. Sulla base bianca è invece tracciato lo skyline della città di Napoli, linea di contatto tra cielo e terra, che riportata su un pentagramma diventa suono. Il paesaggio napoletano, dunque, non viene percepito solo a livello visivo ma anche uditivo (Fig. 5).
Fig. 5. SASHA VINCI Canta Napoli, 2021, Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
5) Segue una fotografia della serie “Il Gioco Della Deriva”: un braccio teso verso l’alto che esprime l’esigenza di volare e di superare i limiti umani. La posizione dell’immagine non è casuale, ma interagisce volutamente con la scultura classica al suo fianco cui invece manca completamente l’arto superiore.
6) Infine, ancora piume e dodecaedri nell’ultima installazione monumentale, punto culminante dell’intera mostra. Essa si compone e sviluppa dinnanzi al complesso scultoreo de “Il Supplizio di Dirce”, rappresentando mediante il rosso delle piume, la leggerezza della parola del Poeta che si libra nell’aria, potente nel significato ma priva di gravità. “Non tocca terra la parola” il titolo dell’opera (Fig. 6.).
Fig. 6. SASHA VINCI Non Tocca Terra la Parola, 2021, Courtesy l'artista e aA29 Project Room, ph. credits Francesco Roviello
“Ho creato opere che vivono in sintonia con lo spazio che le accoglie, che abbracciano il passato e innescano domande per modellare insieme un futuro equo e multinaturale”, attraverso queste parole, l’artista ribadisce il concetto fondamentale del progetto: una ricerca per una nuova coscienza etica, estetica e politica con l’intento di riallacciarsi al passato per trovare nuove risposte.
Eda Murtić
Art Care Expert
Biblio:
https://aa29.it/en/progetti/p-p-p-possibile-politica-pubblica/