Sezione Cultura

da Leadership Medica n. 1 del 2004

IlEstate - C. Francia nome di questo giovane artista (Casale Monferrato/Alessandria, 1955) è salito alla ribalta del panorama artistico italiano europeo con l’affermazione e la conquista del Premio dei Musei 2003 per il Premio Delle Arti/Premio della Cultura.
Un tributo di forte spessore che ha determinato il percorso che Camillo Francia da qualche anno svolge con rigore, professionalità ed estrema vivacità artistica e intellettuale.
Brilla la sua stella proprio in quella nicchia di impianto internazionale, qual è l’espressione astratto-informale che lo interroga con segni e colori, determinando il clima nuovo che l’arte contemporanea sottolinea. Mostre pubbliche di rilievo lo hanno imposto all’attenzione della critica più avvertita, occasioni espositive sottoposte al plauso di enti pubblici e dello stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Molto spesso le fonti di ispirazione delle sue opere sono le occasioni e le memorie, paesaggi e musica, storia e personaggi, luoghi e idee, sogni, terrestrità e spiritualità. Un mondo colorato di forme che si aggrovigliano inseguite e determinate da un segno virtuoso, elegante, fortemente intellettuale.

Titolo: Collina

Un’astrazione-informale di grande effetto visivo che al di là della pelle della pittura, pulsa di vita propria. L’occasione del mio interesse recente a un artista come Camillo Francia è la mostra dal titolo “Colori e memorie. Narrazione visiva di Camillo Francia”, allestita presso l’Università di Innsbruck, nell’Istituto di Storia dell’Arte. La mostra organizzata dall’Istituto Nazionale di Arte Contemporanea, ovvero I.N.A.C. serve a celebrare il 160° anniversario della morte del Generale Francesco Villata, nato a Torino nel 1781 e morto a Innsbruck nel 1843.
Nella sua vita, privata e militare, il Villata ha mantenuto uno spiccato spirito europeo, oggi più che mai attuale ed esempio alle nuove generazioni.
Piemontese, arruolato nell’esercito napoleonico a soli diciannove anni, passa al servizio dell’Impero austroungarico negli anni quaranta del XIX secolo, per poi essere nominato Comandante del Tirolo e del Voralberg.
Camillo Francia, affascinato dalla figura e dalle azioni di questo condottiero, e, soprattutto da questa storia costellata da altri ideali europei, ha realizzato cinquanta opere, tra dipinti ad olio, tempere e disegni su carta che ripercorrono luoghi e avvenimenti legati alla vita di Francesco Villata.

Acceso cromatismo e segno dirompente, lasciano intravedere nell’opera di Francia un carattere “wolsiano”, perché proprio Wols investigò a lungo nel secondo dopoguerra e nell’ambito informale sulla pittura di macchia, capace di evocazioni larvali e misteriose. La mostra si avvale anche del patrocinio del Ministero Italiano della Difesa e dell’Istituto Italiano di Cultura di Innsbruck; inoltre si accompagna a un catalogo edito da Verso l’Arte edizioni, con una prefazione del Professor Paul Naredi-Rainer, direttore dell’Università di Innsbruk, un saggio di Adriano Villata sulla vita e sull’attività del suo avo generale Francesco Villata, un testo di Giovanna Barbero e una completa rassegna delle opere in mostra dell’artista Camillo Francia.
Il bello di queste opere di Francia è che nell’impianto cromatico di fondo, rosso o celeste, nero o verde, l’immagine come un bozzolo si schiude aprendosi in un giro avviluppato di linee, giravolte, contorsioni e sforbiciate di colore; l’artista come preso da un raptus creativo insegue l’immagine fino a definirla tra macchie e linee. Il segno ne certifica il valore sotteso.
Dunque, pittura di segno e di gesto. Pittura gestuale che storicamente si lega al percorso della seconda metà del Novecento, a quelle avanguardie americane ed europee che gli hanno gatto da battistrada.
Il giovane artista Camillo Francia ancora una volta lascia leggere come la sua arte sia nuova pur raccordandosi alla storia a noi più vicino, e soprattutto significa per mezzo di questi capitoli e queste mostre che attraversano l’Italia e l’Europa il suo naturale talento, la volontà di legare passato e presente, e naturalmente la grande vocazione di un’arte di respiro internazionale.

Dottor Carlo Franza