Sezione Cultura

da Leadership Medica n. 2 del 2001

Quella vecchia canzone “...come una sigaretta che in fumo se ne va...”: quanta credibilità se ne va in fumo con questi stracciamenti-di-vesti collettivi per mucche pazze, uranii impoveriti, granturchi transgenici e (mi voglio rovinare) vitelli clonati e via elencando tutte queste reali e/o virtuali, potenziali più o meno prossime e/o remotamente futuribili, paventate e /o sospette minacce per la nostra Salute fisica e/o piamente Bioetica? Con che foschi esempi condizioniamo e miniamo il ben-essere delle Generazioni umane che avremmo invece il dovere di preparare a succederci facendo meglio di noi? E invece eccoci qui a far impazzire mucche & spinaci & mass media. E intanto, mentre manifestiamo il nostro scandalo da pagine e schermi catodici, profetizzando sciagure disumane consequenziali ai demonici azzardi della insensata Libertà di Curiosità scientifica e concatenate innovazioni tecnologiche, intanto la salute di milioni di persone in Italia (limitandoci a parlar di Casa Nostra) continua ad andare in fumo come boschi d’estate. Dico che uno slancio tanto veemente per condannare a morte progressi comunque possibili, linciandoli sulla base nemmeno di indizi, ma solo di animosi sospetti e presunzioni attitudinarie propalati a furor di popolo, almeno s’ammanterebbe d’una parvenza di dignità, se almeno fosse accompagnato da un altrettanto veemente slancio nei confronti di killer della salute certi e presenti come - per fare un nome non a caso - il fumo di sigaretta. Del quale non c’è da domandarsi “e se un gene ‘ingegnerizzato’ scappasse divenendo oncògeno?”, perché sappiamo già fin troppo bene quanti morti da cancro vengono da lì. Quel che c’è da domandarsi è: “E se tutti questi soldi bruciati sull’altare della ‘mucca pazza’/se tutti questi soldi bruciati direttamente e indirettamente (bruciati in bestie bruciate/bruciati spendendoli per bruciarle/bruciati in lavoro fatto e da fare: cuoio tanto per dire.../bruciati in macelli e macellerie andati ‘in vacca’/bruciati in aumenti ‘alternativi’ dei prezzi/bruciati in ‘addizionale-mucca-pazza’ senza dubbio..., se tutti questi soldi fossero stati impegnati per massacrare una banda di pericolosi serial-killers attentatori della Nostra Salute già ampiamente identificati e localizzati, ma per combattere i quali non siamo ancora riusciti a dispiegare Forze dell’Ordine sufficienti? Che ampia e articolata e capillare campagna di Informazione-è-prevenzione avrebbe potuto scaturirne. Di belle idee se ne sarebbero potute proporre tante: gli è che qui la situazione s’è piuttosto configurata da ‘Di Bella idea’, spendendo risorse ingenti su basi emozionali, perseguendo il ‘consenso popolare’ secondo lo schema tipico di chi ha la coda di paglia 1) perché non sa che pesci pigliare, però fa vedere che ne piglia; 2) perché ne ha pigliati tanti di nascosto. Questi sono i Politici. La gente? La Gente ha avuto l’ennesimo attacco - collettivo - di ‘Sindrome del riordino del cassetto’: dicesi quando si sa di aver qualcosa di ben più importante e di fatto necessario da fare, ma invece ci si mette a far ordine nel cassetto delle vecchie foto/matite/agende/ciocche di capelli e assimilabili. Dicesi: è più comodo giocare emotivamente coi deliri di futuribile autodistruzione collettiva, cari al millenarismo nonché alla Fantascienza, che non porre mano agli errori che si sta già continuando a commettere personalmente da tempo e di cui da tempo si ha piena coscienza. Dicesi: è pure più poetico “... mentre il Futuro accusa/ e corre avanti.” E gli ambientalisti/ecologisti? Premesso che gli ‘ambientalisti’ & gli ‘ecologisti’ - come si dovrebbe ben sapere - sono frutto di ambientalismo e ecologismo rispettivamente, mentre gli ‘ecologi’ sono giustamente gli studiosi d’Ecologia (cioè ben altro),però è sicuramente possibile dire che “possiamo ringraziare l’intransigente vigilanza degli ambientalisti/ecologisti se il dramma ‘mucca pazza’ s’è concretizzato”. Infatti, secondo la più che autorevole opinione proprio di chi ha individuato i prioni, il ‘Nobel’ Stanley Prusiner [che compilo da J Roy Soc Health 1996] “la vera causa dell’epidemia di Mad Cow Disease che, a far data dal 1985, colpì nel Regno Unito in quegli anni oltre 160.000 bovini, è stata non tanto l’utilizzo di farine animali di per sé, ma piuttosto le modifiche cui è stato sottoposto alla fine degli Anni Settanta il procedimento di lavorazione di queste farine. Precedentemente le carcasse venivano ridotte in polpa e poi trattate a 130° sotto pressione, utilizzando diclorometano come solvente dei grassi. Le allarmate preoccupazioni di chi (comprese anche allora le Associazioni di Consumatori e Ambientalisti) segnalò il sospetto, poi destituito di fondamento, che il diclorometano fosse cancerogeno, indusse le autorità britanniche a vietarne l’utilizzo proprio alla fine dei Settanta, introducendo nell’uso un trattamento a temperatura inferiore” “I prioni all’epoca erano, ovviamente, ignoti né si era tenuti a immaginare che mentre il trattamento con diclorometano distruggeva i prioni, quello adottato per gli allarmi infondati non aveva più tale effetto.” Il risultato fu l’epidemia di encefalopatia spongiforme trasmissibile che ancora sta serpeggiando per il mondo, continuando a provocare guai e danni: più all’Economia che alla Salute. E per la salute della loro credibilità, personale innanzitutto prima che pubblica, Ambientalisti & Associati dovrebbero rammaricarsi con noi che quel loro allarme sia stato così seguito. E mettiamo dunque agli Atti che lo ‘scrapie’ è arrivato dalle pecore alle vacche, e eventualmente fino a noi, non “per mancato rispetto della Natura, trasformando con leggerezza un animale erbivoro in un animale onnivoro”, bensì per mancato rispetto di Scienza e coscienza tecnologica, rinunciando a pasteurizzare un acervo di prodotti che per loro natura e il loro destino alimentare si dovrebbe sempre sottoporre al vaglio del dottor Luigi Pasteur: i dubbi allarmismi di mutagenicità non debbono far rinunciare alla certezze di sterile igienicità.

Sergio Angeletti