«Le parole sono una rete per catturare la bellezza» scriveva nel 1939 Tennessee Williams nel racconto Il campo dei bambini azzurri ed è proprio la rete a essere il concetto chiave di questa XIV edizione del Festival della Mente. Si tratta del primo festival in Europa di approfondimento culturale, dedicato alla creatività e ai processi creativi, promosso dalla Fondazione Carispezia e che anche quest’anno, come di consueto, potrà godere di un palcoscenico privilegiato come il centro storico monumentale di Sarzana che ospiterà i numerosi eventi che dall’1 al 3 settembre 2017 animeranno la cittadina ligure.
Fil rouge di queste tre giornate all’insegna della scienza e della creatività, che vedranno la partecipazione di 65 relatori italiani e internazionali, è la rete, «concetto che racchiude molteplici significati e che può essere declinato in tanti modi» dichiara Benedetta Marietti, direttrice del Festival: «dal Web alla rete intesa come insieme di relazioni umane; dalle reti che ci ingabbiano e ci imprigionano all’esplorazione delle reti neurali nelle neuroscienze; dalla rete della solidarietà fino all’importanza della rete nella biologia, nella fisica, nella matematica e perfino nello sport». Un concetto che sottolinea la vocazione multidisciplinare e divulgativa del Festival, che ospiterà 41 eventi tra incontri, workshop, spettacoli e momenti di approfondimento culturale, ai quali si aggiungerà la sezione per bambini e ragazzi curata da Francesca Gianfranchi, alla quale interverranno scrittori, artisti, illustratori, che coinvolgeranno in modo divertente i più piccoli, facendo loro esplorare la nascita e lo sviluppo delle idee e dei processi creativi con un programma ricco e variegato tra laboratori, spettacoli e passeggiate all’aria aperta, sollecitando la partecipazione collaborativa di grandi e piccini.
Fra i relatori che interverranno al Festival addirittura sette saranno stranieri, un record per questa manifestazione, che ogni anno ha sempre caldeggiato la partecipazione di intellettuali di primissimo piano, vere eccellenze nelle diverse discipline del sapere qui rappresentate, ma dotati anche di ottime doti divulgative, perché il pubblico non sia soltanto spettatore, ma si senta parte attiva di un progetto più grande. Ad aprire il Festival la lezione inaugurale di Elena Cattaneo, scienziata esperta di cellule staminali e a capo di un team che studia la malattia di Huntington, che affronterà un tema delicato come quello delle reti di solidarietà e di cura che si sviluppano attorno ai malati, e quelle degli scienziati che in tutto il mondo studiano il gene che provoca questa patologia, sperimentando nuovi trattamenti e farmaci. Si proseguirà con lo psicoanalista Massimo Recalcati che parlerà di rete dei legami sociali, indagando cosa ci insegnano i tabù e quanti ne esistono ancora al mondo; nell’ambito invece delle reti dell’attualità e della storia interverrà lo scrittore e reporter di guerra Elliot Ackerman, attualmente residente a Istanbul, ma che ha combattuto in Afghanistan e in Iraq nell’esercito statunitense, e che sarà chiamato a un confronto con la reporter Imma Vitelli sulla guerra in Siria. Ecco solo alcuni dei nomi dei protagonisti di questo Festival.
«Fare rete» risulta un concetto tanto valido all’interno di questa manifestazione, che prende spunto e avvio proprio da un’idea di condivisione di saperi, anche non semplici, ma a tutti accessibili, quanto all’esterno, dal momento che vengono create relazioni tra città, comunità ed eventi, realizzando sinergie con altre iniziative, come il Salone Internazionale del Libro di Torino, l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e Tempo dei Libri a Milano, intessendo così la trama di un’esperienza e di una riflessione collettiva, in cui la cultura assume il valore di strumento fondamentale per l’acquisizione di un sano spirito critico, volto a interpretare la complessa realtà attuale e a immaginare possibili futuri scenari globali.