da Leadership Medica n. 9 del 2004
Sommario
- Introduzione
- Dati e statistiche
- Le stragi del sabato sera
- La mortalità
- L'invalidità
- La prevenzione
- Conclusioni
Introduzione
In Italia, da una decina d’anni, sono gli incidenti stradali, con i loro triste carico di morti e feriti, a richiamare, sempre più, l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass media. I maxi-tamponamenti e le stragi del sabato sera sono infatti tra le notizie che occupano maggiormente le prime pagine dei giornali, soprattutto le edizioni di domenica e di lunedì, e quindi ci siamo quasi assuefatti alle drammatiche e dolorosissime notizie di giovani che muoiono a seguito di incidenti stradali.
Quante giovani vite vanno infrangersi sull’asfalto delle nostre strade! Una vera e propria strage! In altri casi, non meno drammatici, si determinano gravi lesioni, con conseguenti invalidità e menomazioni permanenti.
I telegiornali, soprattutto dopo le festività, ci informano del numero dei morti sulle strade, lo fanno talora con freddezza, citando soprattutto cifre e percentuali, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima o rispetto agli altri paesi europei.
Ma per noi operatori sanitari non è così! Per noi è sempre un dramma, un dramma che, puntualmente e fatalmente, si ripete. È poi anche il triste compito di dover comunicare la gravità e tragicità dei fatti a genitori e parenti, giunti al Pronto Soccorso, spesso ignari della gravità dell’accaduto e con la speranza che non sia successo nulla di grave.
In alcuni casi capita di riconoscere, tra essi, un amico, un conoscente, un collega un parente o addirittura un nostro congiunto e allora assistiamo ad un ulteriore dramma nel dramma.
Al di là degli aspetti sanitari, sociali ed umani che sono comunque i più importanti, nel suo complesso l’incidentalità stradale riconosce altri due aspetti fondamentali: culturali ed economici. I primi sono riconducibili ad un’adeguata e mirata educazione sanitaria per creare una vera e propria cultura della sicurezza stradale.
Per quanto concerne infine gli aspetti economici dobbiamo rilevare che il computo complessivo dei costi sociali - comprensivo delle spese sanitarie, invalidità, mancata produzione, spese per i vigili del fuoco, forze dell’ordine e spese giudiziarie - risulta elevatissimo, per un totale di 34.108 milioni di Euro ( sono i dati più recenti, relativi all’anno 2002 ).
Dati e statistiche
La richiesta di sicurezza è strettamente connessa all’esigenza di mobilità che, in Italia, come in tutti i Paesi economicamente avanzati, è notevolmente aumentata. E il nostro paese si trova in una fascia di rischio medio, in quanto presenta un tasso di 11 morti per incidenti stradali ogni 100.000 abitanti per anno; ecco perché ci si è posto l’obiettivo di ridurre del 40 per cento entro il 2010 il numero di morti e di feriti, che si concentrano soprattutto nelle notti di venerdì e sabato.
Per poter analizzare, in modo adeguato, questo problema è necessario disporre di dati aggiornati ed attendibili, anche perché, per effetto degli incidenti stradali, la nostra società è soggetta ogni anno, come abbiamo appurato, ad un costo sociale ed umano elevatissimo.
Tale problematica andrà, quindi, analizzata nella sua totalità cogliendo le molteplici peculiarità che la contraddistinguono; ho quindi preso spunto da una recente pubblicazione dell’ISTAT: Statistica degli incidenti stradali Anno 2002, pubblicata nell’ottobre 2003.
a) Dati relativi all’Italia
Caratteristiche dell’incidentalità stradale in Italia. Nel 2002 si sono verificati, nel nostro paese, 237.878 incidenti stradali, che hanno causato 6.736 morti e 334.679 feriti.
Osservando l’andamento del fenomeno negli ultimi dodici anni si rileva che il numero dei sinistri e degli infortunati tende ad aumentare.
Nel periodo indicato, infatti, il numero di incidenti è aumentato del 38,8 % - quello dei feriti del 40,1%, anche a seguito dell’incremento del numero di veicoli circolanti (+ 20,6 %).
Per contro, il numero dei morti si è ridotto del 10,1 %.
Questo grazie ai miglioramenti introdotti nella sicurezza attiva e passiva dei veicoli (air-bag, barre di rinforzo, ecc.), alla maggiore efficienza delle strutture sanitarie e alle normative in materia di sicurezza. Il tasso di mortalità è diminuito da 4,4 del 1991 a 2,8 del 2002 (si calcola come rapporto tra il numero dei morti ed il numero degli incidenti moltiplicato 100.)
b) Cause presunte degli incidenti
Dall’analisi di recenti statistiche risultano scarsamente influenti, sulla causalità degli incidenti mortali, le caratteristiche della strada (rettilineo, curva , dosso etc.) ed il fondo stradale (asciutto, bagnato, ghiacciato etc.). Mentre tra i fattori di rischio mortale sono sempre più rilevanti le cause attribuite al conducente (oltre il 60%): eccesso di velocità, distrazione, abuso di alcolici o sostanze stupefacenti etc.
c) Distribuzione degli incidenti per ora del giorno e per mese dell’anno
Analizzando la distribuzione degli incidenti durante l’arco della giornata si può osservare un primo picco intorno alle ore 8 del mattino, evidentemente legato all’elevata circolazione stradale, derivante dalla mobilità sistematica dovuta agli spostamenti casa-ufficio e casa-scuola.
Un secondo picco, si osserva intorno alle ore 12 in corrispondenza dell’uscita dalle scuole ed in relazione alla mobilità di alcune categorie (professionisti, commercianti, ecc.) che usufruiscono dell’orario spezzato.
Infine, il picco più elevato di incidentalità si registra intorno alle ore 18, quando si cumulano gli effetti dell’incremento della circolazione dovuto ai rientri dal lavoro, con fattori psico-sociali quali lo stress da lavoro, la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale.
Dal punto di vista della pericolosità, le ore in cui gli incidenti presentano il più elevato tasso di mortalità (numero di morti per 100.000 incidenti) sono proprio quelle in cui il numero di sinistri è più basso, durante la notte, tra le ore 24 e le sei del mattino e sono soprattutto a rischio le notti di venerdì e di sabato.
Per quanto riguarda invece la distribuzione nell’arco dei mesi dell’anno, si riscontrano i picchi maggiori nei mesi di luglio ed agosto (esodo estivo), più un altro picco in corrispondenza del week end di Pasqua. In particolare il mese in cui si verifica il maggior numero di incidenti stradali è luglio (23.235 in valore assoluto) che risulta essere anche il mese con la media giornaliera più alta (749,5).
Le stragi del sabato sera
È possibile, a questo punto, analizzare anche la distribuzione degli incidenti nella fascia oraria compresa, tra le ore 22 del venerdì e le 6 del sabato (incidenti del venerdì notte) e tra le ore 22 del sabato e le 6 della domenica.
Rapportando i dati del venerdì e sabato notte sul totale dei dati complessivi della “notte” di tutta la settimana, si evince che gli incidenti del venerdì e sabato notte sono pari al 44,4% del totale degli incidenti notturni; analogamente, i morti il 47,3 % e i feriti 47,2% .
Si può affermare, quindi, che le notti del venerdì e del sabato sono realmente più pericolose, rispetto alle altre notti della settimana.
Dalla lettura dei dati è possibile notare come gli incidenti a più alto rischio di morte siano quelli dovuti ad un anormale stato psico-fisico del conducente.
Tali incidenti presentano, inoltre, un tasso di mortalità molto più elevato: 6,1 per cento contro il 2,2 per cento relativo agli incidenti generati da errore di guida del conducente.
È possibile trovare una spiegazione per l’elevato fattore di comportamenti rischio degli incidenti causati da stato psico-fisico considerando che il conducente, perdendo quasi del tutto il controllo del veicolo, non riesce ad attenuare gli effetti dell’urto frenando o sterzando.
La mortalità
Da una ricerca multicentrica, effettuata in retrospettiva, alcuni anni fa, è emerso che gli incidenti stradali costituiscono la 4° causa di morte dell’intera popolazione, ma la prima se si considera la popolazione con un’età inferiore a 34 anni. Si tratta prevalentemente di giovani lavoratori e studenti universitari.
In questa fascia di età l’incidente stradale costituisce la prima causa di morte; con un peso del 71%, per i giovani al di sotto dei 25 anni di età. È un killer micidiale, un’epidemia silente, che miete più vittime dell’AIDS o dei tumori.
E la morte per trauma riconosce 4 diversi livelli:
a) morti immediate (nell’arco di un’ora): rappresentano il 66,5% dei decessi (erano il 50% fino ad un decennio fa ma sono in percentuale aumentate, essendosi ridotte le precoci e tardive per le maggiori possibilità diagnostico-terapeutiche dell’urgenza.
Esse sono legate soprattutto a lesioni:
- spinali
- cranio-encefaliche
- cuore e grossi vasi
Il rimedio a questa condizione è legato alla PREVENZIONE e in tutti questi anni le ricerche sulla sicurezza dei veicoli, le campagne di educazione stradale, il miglioramento del sistema viario hanno avuto un significativo effetto positivo.
b) morti acute e precoci (nell’arco di 6 e 48 ore e rappresentano rispettivamente il 24,6% e 4,4% dei decessi) sono legate a lesioni di:
- torace (pnx, emotorace, etc.)
- snc (ematomi intracranici, lesioni spinali e/o dell’encefalo etc.)
- shock emorragico (lesioni milza, fegato, vasi etc.))
- bacino e visceri
In questo caso hanno quindi influenza anche alcuni fattori legati a: fasi del soccorso, assistenza e trasporto
c) morti tardive (dopo le 48 ore) :
questo aspetto è quello di fatto più connesso con l’assistenza (nell’arco di una-due settimane), rappresentano il 4,4% dei decessi e sono legate a:
- sepsi
- insufficienza multipla d’organo (mof)
- complicanze trombo-emboliche
L’invalidità
Il trauma, essendo una della cause più frequenti di emergenza, è al primo posto non solo tra le cause di morte, ma anche per quanto concerne l’invalidità permanente sotto i 40 anni, nei Paesi del mondo occidentale. Lo è anche in Italia, dove più di 25.000 feriti all’anno presentano un’invalidità più o meno grave.
Il lasso di tempo necessario per la guarigione (per esempio da una frattura, da una ustione, ecc.), si definisce come Inabilità Temporanea e si misura in giorni.
Ogni lesione può poi causare un grado più o meno evidente di Invalidità Permanente, cioè una definitiva ed irreversibile diminuzione della capacità vitale di un individuo: si pensi per esempio all’amputazione di una mano o anche solo di un dito.
In Europa i circa 300.000 paraplegici (lesioni agli arti inferiori) e i circa 60.000 tetraplegici (lesioni agli arti superiori e inferiori) sono per lo più giovani, con un’età media di 31 anni, nei quali, per il 65% dei casi la patologia deriva da incidenti stradali.
Secondo stime attendibili il 50% dei traumi cranici e dei traumi midollari sono conseguenti ad incidente stradale ed esitano mediamente in coma vegetativo, epilessia post-traumatica o paraplegia post-traumatica. I portatori di queste patologie costituiscono poi il 70% dei soggetti che richiedono un trattamento riabilitativo (Società di riabilitazione del trauma cranico e del trauma spinale).
La prevenzione
È ampiamente dimostrato dalla letteratura e dall’esperienza internazionali che in un sistema di intervento che consenta:
1. un precoce inizio del trattamento di stabilizzazione del paziente direttamente sul teatro dell’evento (“golden hour” relativamente ai traumi; trattamento precoce dell’arresto cardiocircolatorio con sopravvivenza del 95% nei casi di intervento entro il I° minuto = massaggio cardiaco e respirazione artificiale bocca a bocca),
2. la prosecuzione dello stesso “in itinere”
3. il ricovero presso l’ospedale più idoneo, secondo una competenza nosologica e non territoriale; in altri termini, l’ospedale più attrezzato per il trattamento definitivo della specifica patologia.
Si verifica un considerevole riduzione di :
- mortalità e morbilità
- aggravamento o morte durante il trasporto,
- semplificazione delle cure successive,
- della durata del periodo di ricovero e di riabilitazione
- entità i patologie invalidanti temporanei e permanenti
Oltre all’ottimizzazione del soccorso sanitario si dovranno prevedere azioni maggiormente incisive su:
1. strada: caratteristiche, struttura, manutenzione etc.
2. veicolo: stato d’uso, tecnologia, sicurezza etc.
3. uomo: comportamenti ed idoneità alla guida
Le azioni che sono state intraprese per ridurre ed evitare gli eventi sono state rivolte ad un maggior controllo dei limiti di velocità, alcoolemie, uso di sostanze psicotrope, iniziative di educazione sanitaria, all’uso di cinture, seggiolini e casco, così come a non abusare di alcolici o sostanze stupefacenti e soprattutto a non mettersi alla guida in non perfette condizioni psico-fisiche.
Con l’entrata in vigore delle nuove norme (patente a punti) dal 1 luglio del 2003 al 31 marzo 2004 sono stati sottratti oltre 1.600.000 punti dalle patenti degli italiani dopo 2.342.650 infrazioni accertate da Polizia e Carabinieri, senza considerare quelle registrate dalla Polizia Municipale. Lo ha reso noto il Ministero dell’Interno.
Nel corso del 2003 la Polizia stradale, per contrastare efficacemente le cosiddette stragi del sabato sera, ha messo in atto 12.449 servizi specifici nel corso dei quali sono state impiegate tutte le risorse strumentali a disposizione per la rilevazione delle violazioni ai limiti di velocità e per l’accertamento dello stato di ebbrezza. In questi interventi sono state impegnate oltre 16.500 pattuglie. Nelle sole giornate di sabato e domenica sono state accertate 9.270 violazioni.
Sempre nello stesso periodo, Polizia Stradale e Arma dei Carabinieri hanno effettuato circa 93.000 controlli con etilometri, il 50% in più rispetto allo stesso periodo precedente. Questo ha determinato una repentina riduzione sia del numero di incidenti che di morti e feriti, acne se in base ai dati più recenti sembra esserci una sensibile ripresa.
Conclusioni
A conclusione ricordo una frase molto provocatoria di Stalin, per tutti noi inaccettabile, che affermava “Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica.”
In questo lavoro - è vero! - abbiamo discusso di molti dati e statistiche; ma tuttavia siamo sempre ben consapevoli che dietro ad ogni numero, ad ogni dato e statistica, ci sono tantissime, troppe tragedie personali e familiari, che auspichiamo, con un’adeguata campagna di prevenzione e l’impegno costante di tutti, si possano ridurre sempre più.
Franco Balzaretti
Vice Presidente Nazionale AMCI
Direttore del Pronto Soccorso
Ospedale S. Andrea ASL-11, Vercelli