Sezione Cultura

da Leadership Medica n. 4 del 2000

Una scossa spesso violentemente trasgressiva alla società salottiera di fine Ottocento venne dalle opere dell'irlandese Oscar Wilde (1854-1900). Nato e cresciuto a Dublino, compì i suoi studi ad Oxford, e subito si distinse quale scrittore colto e spregiudicato, personalità eccentrica e pronta ad ogni esperienza.
Esponente del movimento estetizzante, ebbe strepitosi successi, che gli aprirono le porte dell'aristocrazia e dei salotti mondani sia inglesi, sia francesi.
Wilde condusse un'esistenza sentimentale movimentata tra Londra e Parigi: dopo il matrimonio con Costance Lloyd, da cui ebbe due figli, intrattenne una relazione gay con Lord Douglas.
Questa situazione gli inimicò l'opinione pubblica, fino al processo e alla successiva condanna a due anni di lavori forzati per omosessualità.
Terminato il periodo di pena, si trasferì definitivamente in Francia, dove morì miseramente a Parigi, tre anni dopo, tra stenti e solitudine.
Oltre alle raccolte di versi e ai romanzi, Wilde si cimentò con piacere nella composizione di testi teatrali, la cui produzione comprende il dramma Salomè (1891), le commedie Il ventaglio di Lady Windermere (1892), Una donna senza importanza (1893), Un marito ideale (1895) e il notissimo L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895).
Il dramma Salomè, scritto in lingua francese per Sarah Bernhardt,  vietato in Inghilterra e rappresentato per la prima volta nel 1896, si avvicina per certi versi al teatro simbolista francese.
Partendo dalle pagine bibliche, in cui Salomè ottiene da Erode Antipa la testa di Giovanni Battista, per aver danzato eccezionalmente bene alla festa di compleanno dello stesso Erode, Oscar Wilde tratteggia una figura di giovane donna perversa, che si compiace del suo potere e che quasi sadicamente ne gioisce.
La Salomé di Wilde è un personaggio che non è strumento nelle mani della madre Erodiade, la quale desidera fortemente la morte del Battista, come riportano i testi sacri, semmai è una Salomè del tutto autonoma, che agisce in prima persona, attratta carnalmente dal profeta e dalla sua “indomabile” bocca, le cui labbra ella riuscirà trionfalmente a baciare solo quando il Battista verrà decapitato e la sua testa adagiata su un vassoio d'argento.
La produzione teatrale successiva vede Wilde scegliere commedie brillanti, dove si assiste alla rinascita di un teatro d'ambiente e l'eventuale polemica sociale viene stemperata dall'ironia delle battute e dei dialoghi.
Il ventaglio di Lady Windermere è una commedia in 4 atti e narra di una madre, Mrs. Erlynne, dal passato poco trasparente, che intende cambiare vita, sottostando, però ad un'unica condizione, quella di non rivelare mai di essere la vera madre di Lady Windermere.
Il marito di quest'ultima ne è a conoscenza e aiuta Mrs. Erlynne sia economicamente, sia riportandola a frequentare i salotti che contano, tuttavia generando pettegolezzi sui loro incontri. 
Lady Windermere la considera l'amante del marito e, sconfortata, pensa di concedersi a Lord Darlington, che da tempo le fa una corte insistente. Mrs. Erlynne si precipita in casa di Lord Darlington e, senza rivelarsi, convince la figlia a tornarsene dal marito a casa, ma sopraggiungono Lord Darlington insieme con Windermere e con Lord August, che ha in animo di sposare Mrs. Erlynne.
Le due donne si nascondono, solo un ventaglio dimenticato da Lady Windermere evidenzia la loro presenza: sarà Mrs. Erlynne a palesarsi per non sacrificare il buon nome e la dignità della figlia: nasce così nei suoi confronti disprezzo sia da parte del genero, sia da parte di Lord August, mentre Lady Windermere, nella confusione, riesce a fuggire.
Sempre tacendo il proprio segreto, Mrs Erlynne rivedrà ancora una volta Lady Windermere e poi si allontanerà per sempre da lei, per raggiungere sir August e diventarne la sposa.
In Un marito ideale Wilde delinea il personaggio dell'uomo in carriera, ancora giovane, estremamente ricco, felicemente sposato e stimato un po' da tutti, Sir Robert Chiltern.
Egli, però, anni addietro ha avuto a che fare con una poco di buono, la quale ha in suo possesso una lettera che lo discredita e che mette in evidenza che Sir Robert aveva rivelato un segreto d'ufficio: la sua luminosa carriera potrebbe ora venire distrutta, poiché la donna lo ricatta per ottenere la difesa alla Camera di un progetto non certo trasparente.
Tutto, in verità, sembra volgere al peggio.
Tuttavia, egli si confida con l'amico Goring, che riuscirà a risolvere le traversie di Chiltern, trovando, per caso, le prove di un furto che, in un passato non certo lusinghiero, la donna aveva commesso.
La commedia si conclude con un lieto fine, mentre il buon Goring corona il suo sogno d'amore sposando la sorella di Chiltern.
In queste opere Wilde usufruisce dei tradizionali soggetti e temi della commedia d'ambiente, ma inserisce con maestria i diversi paradossi, i dialoghi, le abili arguzie e i motti ironici, che mirano a intaccare le convenzioni di maniera.
Anche ne L'importanza di chiamarsi Ernesto ritroviamo questi intenti. In tre atti, narra di Gwendolen, la figlia di Lady Bracknell, che ha come nome prediletto nella sua mente appunto Ernesto.
Così John Worthing decide di farsi chiamare Ernesto, al fine di corteggiare la ragazza; si inventa un fratello scapestrato, sotto cui si cela l'amico Algernon, il quale ama Cecily, l'amica del cuore di Gwendolen, e, soltanto per stare vicino all'amata, decide di accettare questo ruolo.
I due amici iniziano così a creare un castello di invenzioni alle spalle delle giovani, che intendono sposare, fino a quando pare che le due donne stiano per scoprire tutto.
Il finale a sorpresa rivela che Ernesto è realmente figlio di una sorella di Lady Bracknell e che Algernon è davvero suo fratello.
Tutta la commedia è un abile pretesto, che Wilde utilizza per satireggiare con giochi di parole la società alto borghese londinese dell'epoca, attraverso una brillante capacità di dialoghi e di costruzione di schermaglie verbali.

Franco Manzoni