da Leadership Medica n. 8 del 1999
Ma perché occorre sempre cercare fuori dall'Italia quel riconoscimento che ti sarebbe dovuto?
Non si tratta certo di un problema sorto in questi ultimi tempi e tanto meno legato alla sola medicina. Tutte le branche del sapere ne sono afflitte in Italia, ma soprattutto quelle scientifiche, che costringono ad una emigrazione forzosa i propri cervelli migliori.
Spesso si parla di una colonizzazione scientifica dell'Italia da parte di Stati con tecnologia avanzata, ma poi si scopre che quei successi tecnologici sono frutto di una ricerca fatta da italiani all'estero, soprattutto U.S.A. e Nord Europa.
Chiaramente in un'epoca di mondializzazione dei mercati tutto questo discorso sembrerebbe ovvio e la possibilità di operare senza dei veri e propri confini, soprattutto nell'ambito della scienza, non interpretabile come fuga di cervelli. Ma non è così: la fuga c'è e non si può negare.
Manca infatti in questa corsa al trasferimento dell'attività all'estero il requisito base della reciprocità degli scambi, per poter parlare solo di 'fenomeno di modernizzazione del mercato del lavoro'.
Infatti, mentre molti studiosi italiani emigrano all'estero, sono rarissimi coloro che vengono ad operare in Italia.
Da più parti si parla di pletora di laureati che comporta una disoccupazione intellettuale che spinge tanti ricercatori a cercare altrove miglior fortuna.
Ma neanche questo è vero, in quanto non si tratta di persone che vanno a svolgere mansioni secondarie, ma spesso di professionisti che vengono ricercati proprio per la competenza acquisita in Italia, ed a spese dell'Italia, ma la cui professionalità non riesce a trovare la giusta collocazione in patria.
Tutto questo viene ignorato dai media italiani, troppo presi a interessarsi del vento e della pioggia o delle misure di Miss Italia, degli umori dei Capi dei Sindacati o del fenomeno del nonnismo nelle caserme.
Televisioni di Stato e private trasmettono ore ed ore di futili spettacoli messi in piedi da conduttori miliardari (sempre gli stessi) che imbastiscono programmi soporiferi atti a sviare l'opinione pubblica dai veri problemi che assillano quotidianamente la vita dell'italiano medio.
Naturalmente si ignora che il motivo della fuga di cervelli nel campo scientifico ed universitario è dato dalla materiale impossibilità di ottenere in Patria quel riconoscimento che, proprio per effetto della circolazione delle idee a livello mondiale, è più facile venga dato a decine di migliaia di chilometri di distanza.
D'altronde se illustri membri del Governo italiano non riescono a vedere la fotocronaca diffusa da vari giornali, della immensa mole di container accatastati sul molo di Bari e destinati alle popolazioni sofferenti di una terra martoriata, asserendo che si tratta di una invenzione della stampa, figuriamoci se possono accorgersi di qualche migliaio di cervelli emigrati alla spicciolata.
Nel nostro paese si rifiuta l'idea che si possono scegliere dei candidati ad incarichi operativi solo ed esclusivamente per merito, come avviene in tutte le sane democrazie.
L'Italia è il paese dei concorsi ad hoc, studiati a tavolino, di concerto con una Amministrazione politicizzata sino al midollo, con bandi di concorso che più in regola non si può, ma che, guarda caso, hanno scadenze legate intimamente al ferragosto, al Natale o a Capodanno, con termini ristretti e noti a pochi, ma pubblicizzati da quel formidabile organo di stampa a larghissima diffusione che si chiama Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Non parliamo poi degli incarichi fuori concorso o di tutta quella congerie di Leggi sul conferimento di incarichi per trasferimento da Ente ad Ente: lì non ci sono dubbi, bisogna avere molta devozione perché se non ci sono Santi in Paradiso, non c'è proprio niente da fare.
Naturalmente tutte le regole, Leggi e Leggine sono state rispettate.
In questo i Ministeri competenti non sono stati avari, di Leggi ad hoc ne sfornano in media diversi metri per settimana per cui una Legge, un articolo, un comma, magari il n. 7 quinquens o l'11 nonies, che possa legittimare il tutto, si trova sempre.Le carte, insomma, sono sempre a posto e quello è l'importante.
Che poi l'Italia si sia impoverita di una mente che avrebbe potuto dare prestigio al proprio Paese, non vuol dire niente, tanto il posto, anche se all'estero, comunque ce l'ha; l'importante è che non sia rimasta a piedi la persona che a quell'incarico era predestinata, e che all'estero non sarà mai ricercata.
Amedeo Pavone