Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 275 del 2009

La tragedia verificatasi in Abruzzo a seguito del terremoto ci ha provati tutti in maniera toccante.
Quanto poi accaduto per la struttura Ospedaliera San Salvatore di Coppito (L’Aquila) ci ha dimostrato in maniera inequivocabile come nella Sanità in Italia coesistano due realtà del tutto divergenti. A fronte di una struttura che avrebbe dovuto dimostrarsi moderna e sicura in quanto di recente costruzione in zona notoriamente sismica ma si è dimostrato una vera e propria catastrofe sul piano della costruzione c’è l’evidente contrasto con una efficienza ed una dedizione pregevole di tutto il personale sanitario dell’Ospedale unitamente alla Protezione Civile.

L’Ospedale San Salvatore che doveva reggere il primo impatto in caso di calamità naturale, iniziato a costruire negli anni ’70 e che per costruirlo sempre più adeguato alle esigenze del territorio sono occorsi ben trenta anni per completarlo si è appalesato quale un gigante dai piedi di argilla, pronto a disintegrarsi in breve tempo. In brevissimo tempo la struttura costata dieci volte la spesa prevista in partenza, che gli avrebbe permesso di dotarsi anche di un bunker antiatomico per la cifra spesa, ha dovuto essere evacuata in tutti i suoi padiglioni non essendone rimasto in piedi neanche uno.
Il personale, con un grande spirito di sacrificio e notevole dedizione ha provveduto invece rapidamente a creare nel piazzale antistante, con l’aiuto della protezione civile, un Ospedale da campo in grado di poter far fronte con immediatezza non solo alla cura ed assistenza dei ricoverati evacuati, ma anche alla assistenza di una miriade di casi nuovi vittime del terremoto.
C’è perciò una notevole differenza tra il modo di operare del personale sanitario e le Istituzioni politiche che conducono la gestione di tutto il patrimonio sanitario.
A fronte di incertezze e continui ritardi nella costruzione, con anomalie di gestione che si inseguono nel corso degli anni con dubbi della stessa correttezza delle persone preposte al compito, il risultato non poteva che essere questo. È stata aperta infatti una inchiesta da parte della Procura Generale dell'Aquila sulle responsabilità legate ad alcuni crolli provocati dal terremoto che riguarda la stessa costruzione dell’ospedale in quanto, prescindendo dalle condizioni attuali e dal fatto che, nonostante il tempo impiegato a costruirlo, non aveva ancora oggi il certificato di agibilità, c'è in corso anche un'inchiesta a livello parlamentare tuttora aperta come ha detto lo stesso Procuratore dell'Aquila, Alfredo Rossini, al termine di una riunione che ha avuto con i suoi sostituti alla Caserma della Guardia di Finanza a Coppito, dove sono stati sistemati provvisoriamente alcuni degli Uffici della Procura, anch’essi disastrati.
''Noi abbiamo già acquisito tutti i risultati di quell'inchiesta - ha detto Rossini - facciamo un'indagine sugli episodi partendo dalla filiera, dal momento in cui e' stato fatto l'appalto, su come e' stato scelto il materiale, sui progettisti, sul rispetto delle norme antisismiche. Dopodiché se il palazzo è crollato si possono ipotizzare delle responsabilità penali molto importati nei confronti delle persone che hanno concorso a questo''.
A fronte di questa situazione specchio di una inefficienza congenita degli Enti locali preposti alla gestione degli Ospedali si è avuta una dimostrazione di grande efficienza del personale sanitario.
Immediatamente sul piazzale dell’Ospedale disastrato è stato allestito un Ospedale da campo per una prima sistemazione di tutti i degenti che al momento si trovavano ricoverati e che mano a mano sono stati poi trasferiti negli altri Ospedali della Regione e a Roma, una struttura mobile in cui, dopo appena 23 ore dalla violenta scossa dello scorso 6 aprile, era pronto tutto l’essenziale per assorbire i pazienti che l’ospedale inagibile non riusciva ad evacuare in altre sedi.
L’Ospedale da campo dispone di una quarantina di posti letto, sistemati nelle diverse tende, gestite insieme alla protezione civile ed all’ARES, tra cui quelle di degenza, pediatria, neonatologia e ginecologia. Nella struttura afferiscono anche diabetici e pazienti oncologici, mentre per i dializzati sono garantiti 15 lettini.
Oltre alla tendopoli che accoglie l’ospedale mobile, sono stati immediatamente costituiti 15 posti medici avanzati collegati all’Ospedale da campo subito approntato dall’ARES (Associazione Regionale Emergenza Sanitaria), dislocati su tutte le aree interessate dal terremoto, nei punti di maggiore concentrazione delle persone sfollate. Oltre al personale medico infermieristico, prestano la loro opera anche 30 psicologi dell’emergenza che assistono la popolazione colpita.
Il lavoro senza sosta di medici, infermieri, psicologi ha garantito l’assistenza a centinaia di malati che hanno potuto trovare subito un punto di riferimento efficientissimo al posto del loro ospedale disastrato. In poche ore sono stati garantiti da parte del personale sanitario quei servizi che la struttura edificata in venti anni e da poco inaugurata non era in grado di fornire.
Certo il problema non è risolto ed occorre garantire la continuità dell’opera che deve comunque seguitare a funzionare.
Il primo problema riguarda i malati che hanno bisogno di avere sempre un punto di riferimento per la loro assistenza.
Poi c’è il grossissimo problema di rimettere in piedi l’Ospedale senza quegli intoppi che hanno fatto impiegare venti e più anni per costruirlo. A tal fine oltre allo Stato e alla Regione Abruzzo ci sono anche contributi di solidarietà che giungono da ogni parte del mondo. Anche l’Enpam ha deliberato di concorrere in modo cospicuo, oltre ai contributi previsti dal Fondo Assistenza per tutti i medici ed odontoiatri che hanno subito danni per il terremoto, anche alla stessa ricostruzione dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila concordando con tutte le Autorità competenti modalità e tempi di tale progetto.
Un impegno economico complessivamente rilevante, implementato anche da tutti i versamenti che gli iscritti devolveranno alla Fondazione con il contributo del 5 per mille previsto nella dichiarazione dei redditi”.
Certamente i tempi non potranno essere brevi, ma quello che conta è il fatto che si possa affrontare questo grave problema con spirito diverso.

Amedeo Pavone