da Leadership Medica n. 6 del 2003
La Sanità italiana è una buona sanità a costi medio bassi. E il merito di questa buona sanità va in gran parte ai nostri medici che sanno curare bene e sfruttare nel migliore dei modi le possibilità diagnostico-terapeutiche loro offerte. A questo proposito ricordiamo la frase di Ippocrate: “la medicina è fatta di tre cose: la malattia, il paziente e il medico; quest’ultimo è il servo dell’arte”, cioè il perno della medicina.
Dire che la Sanità italiana è una buona sanità e che i medici italiani sono bravi medici non sono infatti affermazioni di opportunità, ma affermazioni che derivano dall’analisi dei vari indicatori, seppur con quelle riserve derivanti dai dati statistici e ancor più se clinici.
Citeremo qui, solo, dei dati obiettivi.
La spesa sanitaria totale italiana valutata in percentuale sul prodotto interno lordo è fluttuata da un 8% per 1990, a un 7,4 nel 1995 e nel 2001 si è attestata all’8,4. Spendono più di noi la Germania con 10,7, la Francia con 9,5,gli Stati uniti con 13,9 e la Svizzera con 10,9. La Spagna spende meno di noi con apprezzabili risultati.
Va tenuto conto anche, nell’analisi di questo dato, dell’invecchiamento della popolazione, l’aumento connesso della disabilità, oltre ovviamente i maggiori costi di migliori e più sofisticate tecniche diagnostico-terapeutiche.
Le nostre speranze medie di vita sono salite in 10 anni da un 80,1 anni per le donne e 73,6 per gli uomini a 82,9 per le donne e 76,7 per gli uomini. Nel 1980 erano di 77,4 per le donne e 70,6 per gli uomini. Siamo secondi dopo il Giappone.
La mortalità infantile nel 1960 era del 43,9 per cento (la Germania del 35 e la Francia del 27,5) ora è al 4,3, meglio della Germania 4,5 e della Francia 4,5.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’Italia è al secondo posto, dopo la Francia, per qualità e fruibilità delle prestazioni sanitarie.
Abbiamo l’indice di vecchiaia più alto del mondo, la maggior speranza di vita e la popolazione più anziana dell’Unione europea.
Certamente ha valore il nostro vecchio sistema sanitario, ma ripetiamo grosso merito va anche e soprattutto ai medici che hanno contribuito validamente nella riuscita.
Dott. Marco Perelli Ercolini