Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 6 del 2002

Medici, Farmacisti e Veterinari pensionati e vedove associati nella Federazione unitaria delle tre Categorie si sono riuniti a Taranto dall’ 11 al 15 maggio scorso per tenere il loro XXXIX Congresso Nazionale della Federspev con larga adesione (400 partecipanti regolarmente iscritti).
Tema del Congresso: “Più valore alle nostre pensioni” . L’argomento è di grandissima attualità per tutti i medici, farmacisti e veterinari che vedono scendere anno dopo anno il valore delle pensioni in considerazione di due gravi fattori che ne minano alla base la consistenza: il mancato aggancio delle pensioni alla dinamica degli emolumenti dei vari contratti e convenzioni ed inoltre la gravissima decurtazione legata alla ritenuta fiscale sempre più pesante.
Per quanto attiene la dinamica perequativa, ben poco può fare il modesto aggancio percentuale alle variazioni Istat che peraltro la Federspev chiede venga portata al 100 per cento delle variazioni del costo vita. Il Congresso ha comunque chiesto a gran voce che la perequazione proceda anche con l’aggancio alla dinamica dei vari contratti della dipendenza, per il personale con rapporto di dipendenza dalle ASL, ed ai rinnovi delle Convenzioni, per i medici della medicina generale e per gli specialisti. Ma il tema più dibattuto in Congresso è stato quello portato dalla Sezione Milanese della Federspev che, oltre ad essere approvato all’unanimità, è stato riportato in pieno nella mozione conclusiva del Congresso e diventerà il cavallo di battaglia dell’immediato futuro in questa fase legislativa che sta per modificare radicalmente le ritenute fiscali.
Purtroppo le pensioni più falcidiate dalla ritenuta fiscale alla fonte sono quelle medio alte in quanto su questo reddito vengono ad incidere due fattori sfavorevoli, da un lato la progressività scalare a salire delle aliquote che incide in maniera sempre più pesante anche in relazione al fatto che quelle aliquote sono state disegnate in un’epoca in cui la moneta era sicuramente rivalutata rispetto al valore attuale della stessa cifra; dall’altro lato una progressività scalare a scendere per quanto attiene le detrazioni di imposta previste sulle pensioni per cui lo Stato al momento di prendere ti toglie il massimo ed al momento di dare ti restituisce il minimo, ed alla fine la cifra netta che il pensionato incassa materialmente è molto lontana da quella relativa alla pensione calcolata sulla base dei contributi versati. Ben diversa è la situazione della tassazione sulle rendite finanziarie per vitalizi assicurativi dove, a fronte di premi assicurativi versati nel corso degli anni, fiscalmente detraibili dall’imponibile, è prevista una ritenuta secca alla fonte di solo il 12,50 per cento.
Nella mozione conclusiva del Congresso della Federspev si è perciò evidenziato il particolare momento legislativo del Parlamento, impegnato nella approvazione della Legge di Riforma fiscale, cui seguiranno una pioggia di decreti delegati già previsti nel Testo approvato dalla Camera dei Deputati e si è chiesto che: - venga riconosciuta alle pensioni erogate da Fondi Autonomi, l’equiparazione, ai fini fiscali, a tutti gli altri redditi di natura finanziaria in quanto frutto di versamenti personalizzati, così come le rendite di qualsiasi Fondo Assicurativo. - i redditi da pensione non vengano assimilati a quelli del lavoro dipendente e del lavoro autonomo, prevedendo l’istituzione di una categoria specifica soprattutto in relazione alla cosiddetta “Area no tax” - vengano previste, nell’ambito della legislazione della solidarietà che prevede benefici per gli anziani, il riconoscimento di ulteriori detrazioni di imposta in relazione all’età del pensionato. - le pensioni vengano correlate con un meccanismo che garantisca nel tempo il reale valore monetario quale è l’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale dei corrispondenti lavoratori in attività di servizio così come avviene per altre categorie ed in altri Stati.
Sicuramente la soluzione si presenta molto ardua, ma la Federspev è collegata con altre 40 sigle di Associazioni di Pensionati per cui non sarà difficile far giungere in sede politica le richieste di un così grande numero di pensionati.

Dott. Amedeo Pavone