La manipolazione dei più da parte dei pochi è una costante che accompagna da sempre l’umanità.
La storia è ricolma di personaggi che hanno raggiunto il Potere grazie alla loro astuta abilità di usare la forza della persuasione. Questa forza sottile s’insinua nell’animo invadendo ogni cellula, però non procura dolore e perciò è difficile da riconoscere. Essa punta sulle emozioni e va ad interagire con il forte desiderio, tutto umano, di procurarsi quel posto d’onore nel mondo.
Colui però che ambisce alla vetta più alta, trova sostegno proprio nel saper usare l’energia (di cui tutti noi siamo dotati) e nel consenso altrui, e così facendo, trasforma la scalata in una sfida continua, servendosi dei favoritismi e adottando manovre di persuasione spesso non palesi ma occultate. Nessun essere umano, infatti, in quanto tale, accetta intenzionalmente di buon grado imposizioni, ma è per questo motivo principalmente che conoscendo la mente umana è possibile poterla manipolare a proprio favore. Senza il consenso delle masse infatti, si può ottenere ben poco. Gli onori e le glorie purtroppo non vanno ai puri di cuore, ma ai detentori del Potere imperante e deviante. Se questo è ciò che ha mosso il destino degli uomini, è tanto pur vero come possiamo riscontrarlo ai giorni nostri, in cui questo modus operandi si sia diffuso a macchia d’olio grazie all’azione della globalizzazione e delle nuove tecnologie.
Ogni fatto umano, nessuno escluso, può trovare manifestazione del proprio essere su due linee divergenti che sembrano escludersi a vicenda, ma che in realtà sono una il complemento dell’altra e la sua logica prosecuzione. Una tende a separare l’altra ad unificare. Il controllo delle masse quindi, si ottiene, operando dapprima su una frattura all’interno di ciascun individuo disgiungendolo dalla sua centralità, per condurlo volutamente su forme di pensiero e soprattutto su desideri comuni e unificati. Quel luogo comune è ciò che uniforma il pensiero degli individui, la cui forza può essere incanalata da chi sa farlo e nel bene e nel male ne usufruisce. Il soggetto, pur di non sentirsi isolato, ascolta gli scenari inediti e ancora privi di forma, e vota sé stesso al pensiero comune che gli viene suggerito dall’esterno. La condizione più facile da vivere certamente, ma che lo conduce, senza che se ne accorga, verso comportamenti dettati da schemi preconfezionati, da pregiudizi, da limitazioni e soprattutto da paure. L’intento di liberare l’uomo da forme di schiavitù vera o ipotetica che sia, sul funzionamento dell’inconscio umano, ha favorito la nascita di uffici specializzati nella propaganda, capaci di muovere il consenso delle masse verso obbiettivi ben specifici e mirati al tornaconto di pochi. Proprio quei pochi, comprendono benissimo i meccanismi mentali delle varie preferenze e quindi preparano il campo al controllo, sempre secondo precise intenzioni senza che esse se ne accorgano.
D’altronde, si possono influenzare anche i Leader, con o senza la loro consapevole collaborazione, e di conseguenza controllare automaticamente tutti coloro che a questi Leader fanno riferimento. Ne sono un esempio gli scandali legati a quei attori famosi a livello planetario che, plagiati da una setta o un culto, diventano a loro volta “influencer”, per usare un termine molto in voga adesso, creando a loro volta nuovi adepti.
In una Società Democratica come dovrebbe essere la nostra, la manipolazione scientifica dell’opinione pubblica è necessaria per superare caos e conflitto come quello a cui si sta assistendo in questi mesi di emergenza. Alcune persone, però, alterano le parole veicolate al punto tale da distorcere completamente il valore della Verità, creandone una a proprio uso e consumo, trascendendo le regole della autentica informazione.
Due forze che lottano quindi per la supremazia: quella che divide e quella che unisce. In questo disegno dalla trama intricata e perversa che annichilisce l’umano Valore e Volere, dovremmo porci delle domande e chiederci: siamo noi, i più, in qualche modo manipolati dai pochi? Esiste un sistema per sottrarci? E se esiste, come possiamo evitarlo? Credo che le domande da porci siano molto importanti e solo dentro di noi troveremo le risposte necessarie.
Possiamo però fornire alcune chiavi di lettura di modalità di controllo, usate regolarmente da alcuni, che potrebbero essere utili durante la ricerca delle risposte interiori. Come si vedrà, le varie tecniche usate dai manipolatori costituiscono le armi più diffuse usate contro la psiche umana. Molte di queste tecniche vengono usate attualmente sui Social Media, campo di caccia ormai per eccellenza per chiunque voglia manipolare, indirizzare o stravolgere l’opinione pubblica sia nel bene che nel male.
Il terreno emotivo del soggetto orienta il manipolatore a scegliere le sue vittime, facendo leva in primis sui sentimenti. Il bisogno affettivo, il bisogno economico o la paura di sbagliare, risultano un terreno fertile su cui operare: il potere delle parole è infinito e basta usare termini vaghi ed ambigui, per creare un certo effetto e confusione. Ogni manipolazione può agire su una debolezza particolare, come ingenuità, biasimo, scarsa fiducia in sé stessi, bassa autostima, ricerca di approvazione da parte degli altri, mancanza di cultura specifica, ecc.
Il manipolatore, di solito, nasconde la sua aggressività, punto fondamentale del suo comportamento, perché egli abbia successo. Forme di comportamento quali il silenzio o l’ostilità indiretta (passivo/aggressivo) includono la distruzione dell’autostima della vittima e delle sue sicurezze.
Le principali tecniche si basano inoltre principalmente su forme di distorsione della realtà, di annichilimento del soggetto e su una qualche forma di dipendenza.
Scendendo nel dettaglio, una prima tecnica è la percezione di colpa: molti di questi manipolatori sono insicuri e per questo proiettano i propri errori e la propria mancanza sull’altra persona, facendola sentire colpevole. In questo modo il manipolatore cerca di capovolgere la situazione a proprio vantaggio, al punto di risultare vincitore e di far star male l’altro.
Un’altra tecnica, come detto precedentemente, è quella di distorcere la realtà. Viene utilizzata per destabilizzare e far dubitare la vittima e, nei casi più estremi, farle addirittura credere che stia vivendo in una realtà immaginaria, modificata, se non virtuale o digitale (come nel celeberrimo film “The Matrix” dei fratelli Wachowski) e sotto il controllo di un qualche ordine superiore ed occulto ai più.
Una terza tecnica è confondere le parole: i manipolatori, infatti, sono tendenzialmente molto bravi per eloquenza e dialettica, e creano espressioni e frasi che ingabbiano e confondono l’ascoltatore. Si riscontra questo modus operandi tramite l’utilizzo di veri e propri monologhi, evitando così che l’altra persona possa esprimere la propria opinione e conseguentemente ottengono il controllo della conversazione. Tipico esempio di questa tecnica sono i video sulle piattaforme di video-sharing, in cui l’ascoltatore è costretto a una comunicazione ad una via sola e non ha alcun modo di spostare il discorso in altra direzione.
Un’altra tecnica ancora, tipica dei social anche in questo caso ma usata abbondantemente in generale, è affibbiare parole che il suo interlocutore in realtà non ha mai pronunciato, cercando di interpretare il suo pensiero in maniera distorta e costringendo l’interlocutore stesso ad un atteggiamento “difensivo”.
Queste sono solo alcune delle “armi” che un manipolatore ha a disposizione, e, purtroppo, sono molto efficaci. È necessario quindi, un lungo percorso di ricostruzione interiore o di presa di Coscienza del proprio essere per non cadere vittima di queste dinamiche.
Nei casi in cui la manipolazione sia già stata portata a buon fine, si potrebbe rendere necessario l’intervento di uno specialista che possa impostare una terapia che riconduca il soggetto alla propria identità.
Sicuramente riconoscere questi comportamenti è il primo passo per evitarli, e l’accettazione di essere caduti in una trappola, piccola o grande che sia, è il miglior punto di partenza.
Dott.ssa Gabriella De Marco