Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 4 del 2000

Chi ricorda le sogliole limande?
Imperversarono surgelate e fin verso la fine degli Anni '70, poi svanirono: sostituite dai ben meno propagandati “filetti di pleuronettide”.
Venivano presentate come se fossero “sogliole“, e per di più ”limande”, e invece non sono nemmeno sogliole. Fra le limande e le sogliole c'è un rapporto di parentela analogo a quello fra un gatto e una tigre: simpatici felini entrambi, ma quanto a quali-quantità…

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Limanda Limanda Di © Hans Hillewaert, CC BY-SA 4.0, Collegamento

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Pegusa Lascaris (sogliola) Di © Hans Hillewaert, CC BY-SA 4.0, Collegamento

Parimenti la limanda è un pleuronettide, ma non ha il rango né commerciale né gastronomico della sogliola: “indesiderata preda secondaria” la definisce il fondamentale Grzimek.
La “messa in piazza” di questa precisazione costò a suo tempo la scomparsa dai supermercati della “sogliola limanda”, sostituita dal meno tronfio, ma più onesto “pleuronettide”.
Sorte simile pare debbano subire i radiologi “con qualche parola in più nell'etichetta”.
Mi spiego.
Quando il Ministero della Sanità decise di sostituire la vecchia denominazione “Radiologia” nella più moderna e medica “Radiodiagnostica”, questo termine era già in uso nelle Università di Genova, Messina e L'Aquila, dove i 4 anni di specializzazione sono etichettati, a programmi di studio comunque immutati, “Radiodiagnostica e Scienza delle immagini”, con palese riferimento all'anglosassone/internazionale “imaging”.
Internazionale, ma non nazionale: con l'occasione di un concorso a dirigenti di radiodiagnostica, l'Ufficio IV del Ministero “sbindato” ha inviato in nome della Rosy una nota (ai Magnifici Rettori delle tre Università incriminate, e ad altri “correi”) firmata dal Dirigente Generale Raffaele D'Ari, che invalida ora la specializzazione in “Radiodiagnostica e Scienza delle Immagini” ormai da anni in possesso dei medici che l'hanno conseguita presso quelle facoltà mediche, in quanto “non trova riscontro nell'elenco delle specializzazioni indicate dal DM 30 gennaio '98, né in quello del 31 gennaio '96 ('specializzazioni affini')”.
Orbene: la logica avrebbe voluto che il Ministero “sbindato” (o chi per esso), accortosi di aver dimenticato di comprendere negli elenchi la denominazione già in uso negli atenei di Genova, Messina e L'Aquila, avesse riparato finalmente alla dimenticanza o, per essere pignoli, avesse chiesto agli Atenei stessi di uniformarsi a tutti gli altri(!!!).
La Burocrazia applica invece la regola dell'”Ipse/a non dixit”, e quindi quei medici specialisti si scoprono pseudo-specialisti: virtuali, onirici, per quattro anni hanno sognato, ma ora è l'incubo.
Perché d'un sol colpo di bacchetta di legno di Rosy si trovano abusivi professionalmente, né possono partecipare a concorsi né maturare anzianità, né essere protetti dalle assicurazioni per i rischi professionali, né tantomeno proporsi a livello europeo: “non risultano conformi alle direttive dell'Unione”, là dove recepiscono i decreti etc. etc.
Radiologi schiacciati come sogliole: meglio essere radiologi e basta, senza scienza e senza immagini, come la sogliola senza “limanda”.
Col piccolo particolare, però che la sogliola non è una limanda, né la limanda è una sogliola.
Però in Medicina, la Radiodiagnostica è la principale Scienza delle Immagini: il Ministero tutto Rosy lo sa?
I maligni potrebbero pensare che, poiché il “pateracchio” è emerso in occasione di quel concorso, cui partecipavano radiodiagnostici impegnati presso l'Ospedale Evangelico Internazionale di Genova, il problema sia stato innanzitutto di fede e parrocchia: si può dar fiducia ad un radiologo che si affida ai Pastori e non è votato alla Comunione? Allora si cerca nei cavilli burocratici la Liberazione.
Com'è radiosamente trasparente, la Radiologia/Radio­dia­gnostica…

Sergio Angeletti