Sezione Medicina

da Leadership Medica n. 5 del 2000

Pochi hanno conosciuto il Cesarino (e questo ci permette di riferirne con una certa disinvoltura, senza sentirci indiscreti), ma molti riconosceranno la tipologia umana sottesa all'assioma che porta il suo nome. L'”Assioma del Cesarino” si enuncia così: “Presa una persona “epsilon” INESISTENTE a piacere, il Cesarino la conosceva già”. Ribadisco: INESISTENTE. Ma purché la si descrivesse IMPORTANTE, si poteva star certi che il Cesarino, a seconda del sesso, dell'età, dei luoghi, della professione, o ci aveva (più o meno a fondo…) amoreggiato, o avevano condiviso lo stesso collegio universitario, o aveva amoreggiato con la di lui sorella/madre/cugina/moglie (in quest'ultimo caso sempre prima che i due si fidanzassero, o addirittura prima che si incontrassero). Ovviamente questo capitava anche parlando di personaggi realmente noti: i personaggi inventati cominciarono ad essere inventati per verificare che il Cesarino inventava. Così nacque il Suo assioma. Che è suo solo in quanto con lui ha raggiunto la propria compiuta formulazione. E' come per i vari “morbo di…”, “sindrome di…”, “legge di…”: fenomeni che esistevano ben prima che a chichessia venisse riconosciuto il merito di essersene accorto e documentando la propria constatazione. Il mondo è pieno di assiomatici Cesarini, e tanto meno la scienza medica fa eccezione. Anzi: questo assioma lo porta nei geni. Infatti. Avete presente Cristobal Colombòn, la controfigura iberica di Cristoforo Colombo? Dico Cristobal Colombòn, quella insinuante figura che tanta confusione ha creato nell'immagine di Cristoforo Colombo. Per noi italiani è difficile raccapezzarci: le informazioni che ci danno qui ci tengono disinformati, ma all'estero da tempo le idee le hanno chiare. Vediamo di chiarircele anche noi. Cristobal Colmbòn è quel personaggio che nei porti fa un gran chiasso, proclamando che sta armando spedizioni arditissime, che ha già raggiunto mete eccelse e compiuto scoperte meravigliose, ed è maestro nel dirigere il coro (l'ereditarietà non è acqua…) degli stuporosi e dei complici che gli fanno pubblicità per raccogliere fondi per le sue fantastiche imprese. Ma se state veramente attenti, vi accorgerete che Cristobal Colombòn non salpa mai, anche se continua a introitare soldi per allestire navi da ricerca: resta ai bordi, ignorando i veri piani dei veri Cristoforo Colombo, Vasco de Gama, Magellano, Necker, Fong, Aguilar. Ma appena giunge notizia – pur vaga – di qualche loro scoperta, o di qualche orizzonte su cui si è spinto il loro sguardo, allora il nostro claudicante Colombòn ci fa sapere che lui era già su quella rotta da 2 anni minimo, che quell'orizzonte che altri spera di aver intravisto, lui l'ha già superato…: Cesarino docet. E quando poi si viene a sapere che i veri esploratori, dopo avere urlato “Terra! Terra!”, provocando l'eco in contropiede di Colombòn, una volta sbarcati si sono trovati in una spiaggia di sabbie mobili e che l'orizzonte era un miraggio? Questo è il momento in cui Colombòn farà sapere che “Ecco perché lui c'era arrivato già prima, ma non era sbarcato. Ecco perché aveva già visto chiaramente che quell'orizzonte era morganatico (questa è grossa), e infatti non si era spinto oltre in quella direzione…” Però, perché se sapeva già tutto prima, quando erano state annunciate le scoperte e le prospettive, non aveva detto già detto tutto o avvertito subito? Chiedetelo a Cesarino: perché “presa una scoperta importante 'epsilon' INSUSSISTENTE a piacere, il professor Colombòn l'aveva fatta già”. Ma forse è meglio così. Gli italiani sono dei bravissimi esploratori/ricercatori conto-terzi: vedi Cristoforo Colombo, Marconi, Fermi, Dulbecco. A far proprio da sé, si fa una Nobile fine… Quando vanno all'estero a lavorare conto-terzi si fanno, e ci fanno, un grand'onore. Se restano qui ai bordi ignorando, però battono la grancassa per farci sognare la conquista di terre inesistenti, battono la cassa e portano a casa dal Telecolombon, ma dicendo e non facendo, almeno non buttano veramente nessuno nelle sabbie mobili, verso Orizzonti Perduti. Giù le allusive maschere allegoriche: stiamo parlando di terapie geniche; filone di ricerca splendido, ma umanamente non sempre splendente. Tirando le somme su 93 trial clinici (clinici: chiaro?) di terapie geniche con adenovirus inattivati come carrier, i National Institutes of Health statunitensi vi hanno scoperto la concomitanza di ben 691 reazioni avverse. Scrivo 'scoperto', perché spontaneamente gliene erano stati notificati solo 39, circa il 5 per cento di tutti quelli rilevati. La ricerca di frontiera – e quella medica non fa certo eccezione – non è mai priva di rischi: “La verità è che ci stiamo imbarcando in una nuova era della terapia – dice un Cristoforo Colombo vero, il professor Yuman Fong del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York – e ci saranno effetti collaterali insospettabili, e capiterà che la gente muoia di queste 'terapie'”. “Quello delle terapie geniche – ha detto il professor Estuario Aguillar-Cordova del Baylor College of Medicine di Houston – è un lungo libro di cui abbiamo letto l'Introduzione, straripante di iperboli e con aspettative scollegate dalla realtà. Ora dobbiamo metterci a scriverlo, scientificamente distinguendo bene i fatti, le loro immediate prospettive e le ragionevoli speranze”. Ci sono emofilici in cui la terapia genica parrebbe aver in parte diminuito il bisogno di trasfusioni e promettente risulta anche la realizzazione di farmaci antitumorali progettati secondo i principi delle geniche terapie. Ma in tutti i casi, il novero dei pazienti in cui si sono ottenuti benefici è ancora troppo piccolo per stabilire che queste procedure terapeutiche potrebbero mantenersi valide anche quando applicate a vasto raggio, o se su più vasta scala potrebbe emergere un rapporto svantaggi/benefici inaccettabile. Non per Colombòn: lui continua a rilasciare (e far sollecitare) interviste. Per smascherargli il bluff, magari basterebbe rinverdire il trucco usato tanti anni fa per distinguere, a livello giornalistico, i gruppuscoli mitomani dai brigatisti “DOC”: le cronache di vari giornali si misero d'accordo nel dar notizia di un attentato dinamitardo invece mai avvenuto: per vedere in quanti – giusta l'assioma di Cesarino in ambito bombarolo – si sarebbero precipitati a rivendicarlo. Le telefonate di accaparramento e motivazione si sprecarono. Come i comunicati degli addetti stampa di Colombòn per farci sapere ch'Egli già da almeno due anni aveva previsto i risultati dell'inesistente Prof.Valdo Wallaredo Kowzovsky della Custard University. Assiomatico.

Sergio Angeletti